“Un paziente che val la pena di curare”. Forse è solo un problema lessicale, del dottor Giuseppe Olivieri, neurochirurgo del policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena che sta assistendo Zanardi, oppure è un problema di comprensione, in questo caso solo nostro. “Vale la pena di curare”: ma sì, proviamoci, perché ne vale la pena! Una frase che custodisce al proprio interno anche un concetto molto semplice, fatto di tanta praticità e pochissima pietas.
È solo una questione lessicale, di espressione o di comprensione nostra, ma anche in questo periodo di coronavirus, in cui gli ospedali sono andati in tilt e i medici e gli infermieri non solo hanno dovuto fare gli straordinari, ma sono stati anche chiamati a salvare soltanto coloro i quali valeva la pena di curare, fa effetto. Lo sappiamo, in certi casi le emozioni vanno riposte nel cassetto, meglio se lasciate a casa, ma diamine, un po’ di delicatezza, di forma, che in certe situazioni fa anche sostanza.
Nella conferenza stampa di rito, il dottor Giuseppe Olivieri, tra le tante cose che ha detto, ha anche precisato che «i numeri sono buoni, pur rimanendo una situazione molto grave. Zanardi è un malato che val la pena di curare».
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