Adesso lo raccontano come un magnifico para-atleta, anche se con la forza di quelle braccia il para diventa pesantemente ridicolo. O lo raccontano come sfortunato ex-pilota, eroico a suo modo, nel risvegliarsi dal coma cercando subito un’altra via, per altre corse, sempre agonista, prima di tutto in eterna competizione con i propri limiti.
Certo Alex Zanardi è anche questo. Ma per quanto mi riguarda, dopo averlo conosciuto in varie occasioni per diversi motivi, io non riesco a vederlo come para-qualcosa. Non sono mai riuscito a vederlo senza gambe, limitato, impedito, poveraccio. Proprio non ci sono mai riuscito. Più spesso, ha fatto sentire limitato e impedito me. E chi l’ha frequentato anche solo per un minuto.
Senza sforzarmi, senza ricorrere a stupide compassioni, io ho sempre visto solo e semplicemente un’intelligenza. Aperta, curiosa, arguta, saggia. E questo, prima dell’ex pilota, prima del para-ciclista con le braccia, è Alex. E per questo Alex, adesso, io prego. Perchè è una persona davvero unica: bravo a guidare le macchine, bravo a pedalare con le mani, ma molto di più come persona.
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