È colpa del fratello maggiore Yuri, se Diego Molisso oggi è un ciclista a tutti gli effetti: «Non solo, la passione lo acquisita anche dai miei cugini Thomas e Jennifer che hanno corso prima di me. Avevo 7 anni quando ho cominciato, stare in bici mi diverte, sia in allenamento che in corsa. E poi il ciclismo ti offre la possibilità di conoscere molte persone, ti insegna a stare lontani da casa, a gestirti da solo. Una vera scuola di vita».
Molisso è un giovane romagnolo che a ottobre compirà 17 anni e che in passato si è sempre distinto con buoni risultati tranne due anni fa, nel 2018, quando si era completamente smarrito: «Non andavo neanche a spingermi. Testa e gambe erano scollegate dal corpo, finivo le corse cotto. Mancavano le capacità di concentrazione. Ero distratto, inetto, negligente, ma per fortuna sono riuscito a ritrovare la giusta via per tornare a fare bene quello che avevo interrotto».
Il 2019 di Molisso, in maglia Polisportiva Fiumicinese FAIT Adriatica, si è consumato con due vittorie, a Pianello di Ostra e a Poggio di Bretta entrambe le corse svoltesi nelle Marche, e con buoni piazzamenti anche nelle cronometro, come ad esempio il quinto posto a Riccione, e il sesto a Castelgomberto nel Vicentino. Diego ha avuto modo di mettersi in luce anche nella classica Sarnano-Recanati così detta "Leopardiana", prova dell'Oscar tuttoBICI allievi, nella quale ha finito per occupare la decima posizione.
Molisso è di Villamarina, 4 km da Cesenatico, il mondo di Marco Pantani ma anche di Manuel Senni professionista della Bardiani Csf Faizanè e di altri giovani ciclisti romagnoli. Vive con il padre Paolo (origini campane) fabbro per la ditta Nuova Reda di Gambettola, la madre Michela, casalinga, e il fratello Yuri che, dopo un recente passato da ciclista fino alla categoria degli allievi, ora lavora in una fabbrica nei pressi di Rimini. Diego studia amministrazione, finanza e marketing presso l'Istituto Professionale Statale "Versari Macrelli" di Cesena e da quest'anno difende i colori del Team Alice Bike Myglass diretto da Vittorio Savini e Maria Sberlati.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«I risultati a livello giovanile confermano la buona salute del nostro ciclismo. Anche a livelli più alto non siamo messi male».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 7 anni per la Sidermec Riviera, con una bici Vicini gialla e blu».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Eddy Merckx, un mostro di bravura».
Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Sempre e solo il ciclismo».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono testardo e a volte faccio le cose con troppa foga».
Il tuo modello di corridore?
«Mathieu Van Der Poel».
Cosa leggi preferibilmente?
«Leggo poco, quando capita solo notizie di sport».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«L'aspetto fisico e il carattere».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«La mentalità e la cultura verso i giovani. Darei loro più libertà».
Piatto preferito?
«Pizza».
Film che ti ha emozionato?
«Interstellar, fantascienza di Christopher Nolan»
Chi è il tuo collega più simpatico?
«Lorenzo Anniballi, ex compagno di squadra».
Il bello del ciclismo?
«Ti offre l'opportunità di conoscere molte persone».
Paese preferito?
«La Spagna per il clima».
Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Che sono solare, simpatico e determinato».
Hobby?
«La pesca».
La gara che vorresti vincere?
«Parigi Roubaix».
Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«Con Vittorio Savini e il team Alice Bike».
Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Fare del mio meglio, impegnandomi a fondo».
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