"La verità sulla vicenda che mi ha visto coinvolto per doping? Non la so nemmeno io". Davide Rebellin è tornato a spiegare la storia che lo ha visto coinvolto con la positività al Cera alle Olimpiadi di Pechino. Lo ha fatto ieri sera nella diretta di LelloFerrara3.0.
"Non ne parlo volentieri, ma per te Lello posso fare un'eccezione. Ci sono state talmente tante lacune e mancate risposte in tutto l'iter. Partiamo dalla positività del 2008 che mi è stata comunicata dopo la Liegi del 2009. Sono rimasto sconvolto, incredulo ed ho continuato ad allenarmi pensando ad un errore. Dopo altri 6 mesi sono andato in udienza al TAS e dai 7 campioni di sangue prelevati (di cui 2 al controllo a sorpresa) solo uno era positivo. Poi i campioni non erano più 7 ma sono diventati 4, di cui uno sempre positivo, uno con poco sangue non analizzabile ed uno avariato".
Il veneto spiega un altro passaggio fondamentale: "Non si sa chi li abbia conservati e dove sono rimasti tra Pechino e Losanna. Non vi è una catena di custodia cerfificata. Anche su questo punto non ho mai avuto risposte. Dopo un anno e mezzo le contronalisi hanno confermato la positività ed ho dovuto subire un trattamento ingiusto con tante procedure lacunose. Alla fine, giustamente, queste lacune sono state confermate ed io sono stato assolto perchè il fatto non sussisteva. Sono stato anni difficili non posso negarlo".
Il ciclismo attuale ti piace? Onestamente preferivo quello precedente. Personalmente non uso il misuratore di potenza e guardo il cuore. Mi conosco talmente bene che riesco ad indovinare i battiti anche senza guardare il display".
La sua dieta senza carne: "Il fisico cambia e sento che posso ricavare le proteine anche dai vegetali. Inoltre vi è la questione etica".
Infine una domanda sul suo futuro: "In bici ci andrei comunque. Mi diverto e quindi finchè mi diverto vado avanti".
Una curiosità: "Dove mi alleno incontro spesso una volpe. Mi fermo e la guardo, è bellissima. Le offro sempre un pezzo di barretta. Siamo diventati amici".