Riceviamo e pubblichiamo questo accorato appello firmato da Paolo Alberati. Un appello che riguarda tante corse, tante manifestazioni, tanti organizzatori che aspettano risposte che non arrivano.
Oggi è ufficiale che anche la Sila Epic, gara Marathon di 100km di Mtb che era in programma a Camigliatello Silano il 23 agosto 2020 è stata lasciata morire. In tempi di coronavirus la Sila Epic è stata lasciata MORIRE PER INEDIA. «L'inedia è una grave riduzione nell'apporto di vitamine, nutrienti e in generale di energia all'organismo umano; è la forma più estrema di malnutrizione. Negli esseri umani, uno stato di inedia prolungata (oltre uno-due mesi) causa danni permanenti agli organi e può anche portare alla morte» (Wikipedia).
Partiamo da una “semplice” gara di mountain bike per offrire un crudo spaccato sullo Sport nazionale.
Gli amici organizzatori qualche settimana fa erano ancora speranzosi: alla mia domada «La farete la Sila Epic?» «Speriamo di sì, noi vogliamo!» era la risposta. Ma a Natalino Le Rose e a tutti gli amici della Sila a cui va la mia vicinanza e disponibilità collaborativa per il futuro, sono mancate le vitamine, i nutrienti fondamentali per avere energia nel meccanismo organizzativo. Il Governo di questo bellissimo ma maledetto Paese 🇮🇹, un Governo che «causa danni permanenti agli organi e può portare anche alla morte» non ha dato né vitamine né nurienti. E neanche una pacca sulla spalla. Niente.
Non si chiedevano soldi, non si chiedevano braccia per montare transenne; non si chiedevano favori da sottobosco: si chiedeva visione, coraggio, responsabilità. In una parola: dirigenza.
Dal 4 maggio è terminato il lockdown e quindi si è tornati prima a vivere all'aperto, a respirare aria pura, sudare, riassaporare il gusto della fatica; poi a progettare con prudenza certo e soprattutto rispetto delle disposizioni: ma volevamo e vogliamo progettare il futuro. Nel frattempo il bastardo (il Covid-19) è regredito inesorabilmente e la sua parabola è segnata: i suoi giorni sono contati, come le ore di un gelato che si scioglie al sole.
Camigliatello Silano è in Calabria, anche oggi in Calabria 0 (ZERO) nuovi contagi, 0 (ZERO) pazienti in terapia intensiva, 91 positivi in totale: la situazione è questa, stabile, profondo zero da giorni e giorni. La Calabria confina con la Basilicata che oltre che lo 0 (ZERO) nei nuovi contagi e nei pazienti in terapia intensiva, aggiunge lo zero anche negli ospedalizzati ed un chiaro, limpido, incontrovertibile, non camuffabile numero: 399 positivi in tutto da inizio pandemia. Anche qui la sitazione è stabilmente A ZERO da settimane.
Aggiungiamo la Campania? Aggiungiamo il Molise? Aggiungiamo la Puglia? Aggiungiamo la Sicilia? I dati della Protezione Civile sono da tutti consultabili: http://opendatadpc.maps.arcgis.com/…/opsdashboa…/index.html…
Siamo ancora al 9 giugno, ma la gara si sarebbe dovuta svolgere il 23 agosto. Capite? Con una dinamica di contagi come questa, con una previsione oggettiva come questa, fra 74 giorni non si può pensare di organizzare una manifestazione sportiva con meno di 1000 partecipanti, per lo più tutti provenienti dalle limitrofe regioni appena citate?
La risposta oggi è NO, perché GLI ESPERTI (sic), quelli che NON sapevano che c'era il virus quando questo era già presente, quelli che NON vedono e non sanno che oggi il virus sta scomparendo, questi stessi luminari hanno previsto oggi che il virus ad ottobre ritornerà...
Comprendete? Una manifestazione di promozione della terra calabra, fatta sbocciare nel cuore della Festa della Montagna per avvicinare turisti puliti ed ecologici come gli amanti del fuoristrada alla montagna Silana, non può oggi essere programmata per il 23 di agosto perché mancano certezze normative su da farsi.
Certezze mediche del resto nessuno le chiede, nessuno le pretende e non le pretendiamo perché è vero che «del doman non vi è certezza» ed infatti tutti siamo pronti oggi ad osservare le precauzioni necessarie e saremmo pronti eventualmente in futuro a replicare il nostro diligente lockdown, se ce ne fosse bisogno. Ma non normare il futuro significa uccidere il presente e con questo spegnere con violenza cieca ogni barlume di ripresa, in una parola rubare la speranza.
Infatti se nessuno di noi (solo il Padreterno) può sapere ciò che succederà ad ottobre, però desideriamo anche che cessino di suonare le sguaiate e ormai non più autoritarie sirene delle Cassandre, perché evidentemente la storia di «Pierino ed il Lupo» agli esperti del Governo non ha insegnato nulla...
Attenzione, non ci dimentichiamo ora e non lo faremo mai di chi ci ha lasciato e della sofferenza, abbiamo grande rispetto e attenzione per le regioni del Nord che ancora faticano a pensare positivo con una luce ancora fioca di ripresa, ma ora è il Sud che chiede di fare, lavorare, ripartire anche per il Nord. Noi siamo pronti a farlo, noi vogliamo farlo.
Immagino (ho fondate ragioni di pensare che sia così e non voglio pensare che sia diversamente) che la Federazione Ciclistica Italiana abbia in mano Protocolli per la ripartenza, magari condivisi e mediati dalle altre Organizzazioni Sportive (anche quelle delle Nazioni limitrofe) e sapete perché gli Organizzatori, gli Atleti, i Team Manager, gli Imprenditori del pedale, i pedalatori appassionati non li hanno già tra le mani questi protocolli?
Semplicemente perchè IL super Governo oggi dichiara che intende mantenere lo stato di emergenza per un tempo futuro indefinito e incerto. Impedendo quindi i famigerati assembramenti, toglie ossigeno vitale ad ogni intento organizzativo nelle prossime settimane e mesi: toglie il respiro questo sì, molto più dell'altro bastardo.
Il motivo? Timore del contagio? Dai, suvvia, apriamo gli occhi... Certificata l’incapacità a produrre politiche virtuose, circostanza che già da sé avrebbe dovuto suggerire a governanti irreprensibili a dimettersi, quale metodo migliore se non questo, per mantenere saldo il bastone del comando? Perché visto che il consenso politico è sempre più debole, le poltrone si stanno piano piano scollando dalle terga. E quindi? E quindi una Italia pronta a ripartire, energica, vogliosa di fare, soprattutto competente diventa un problema.
Ebbene dunque, in siffatta situazione noi cosa possiamo fare? Io cosa posso fare? Io faccio la mia parte, condivido la mia idea con gli addetti ai lavori e con gli appassionati del mondo della bicicletta: perché nessuno si permetta di usare il proprio ruolo pubblico per comodi personali. Poi mi sono appena iscritto ad ACOFI Associazione Corridori e Organizzatori Fuoristrada Italiano, una neonata compagine che vuole appoggiare, sensibilizzare e, perché no?, fare da pungolo con la Federazione Ciclistica e il mondo delle due ruote testimoniando la nostra vitalità e la nostra capacità e voglia di fare. Ed infine, anche con questa lettera, faccio pressione verso il Governo ed i suoi cosiddetti dirigenti, parola della quale il significato etimologico recita: «Coloro che dirigono...».
Lo stanno facendo? NO
Noi siamo lo sport, siamo abituati a incontrare difficoltà, ma soprattutto siamo capaci di superarle. Vogliamo superarle, perché non ci arrendiamo. Mai.
E' evidente che la curva del bastardo (Coronavirus) è in declino, è evidente che a Dio piacendo tra poco non ci saranno più morti per coornavirus e certo si continuerà a morire di polmonite, di infarto, di tumore purtroppo: la morte è parte del ciclo biologico, ma a noi sportivi non basta. Perché non accettiamo che scampato il pericolo di morte da coronavirus, si debba andare incontro ad una sicura morte per inedia.
Questa non è eutanasia, non stiamo avvicinandoci ad una "dolce morte" ma bensì ad una morte da pavidi, incapaci, inetti: in Sicilia si direbbe da minkioni.
Perdonatemi, tutto questo non mi appartiene.
La mia idea è questa, la mia voce è chiara: io lotto per un futuro migliore mio, dei miei figli, del mio sport e non mi arrendo.
Se siete della stessa idea, facciamo massa critica, non ci nascondiamo dietro al timore di fare, perché l'alternativa è una sicura morte per inedia.
Io non ci sto.
Paolo Alberati - www.facebook.com