La schiettezza non è certo dote che manca a Patrick Lefevere ed il general manager della Deceuninck Quick Step non la nasconde nemmeno parlando della pandemia e delle sue conseguenze.
«Ci sono squadre che hanno lasciato a piedi i loro collaboratori, noi abbiamo trovato un compromesso e tutti hanno subito accettato l’accordo» ha spiegato in una intervista concessa a Het Laatste Nieuws.
«Non parlerò mai di numeri, lascio che a parlare siano gli altri. Ma attenti a quei manager che vanno dicendo che gli sponsor sono presenti tanto nei giorni buoni che in quelli cattivi, perché in realtà sono quelli che hanno tagliato molto più degli altri e allo stesso tempo hanno continuato a pagarsi lo stipendo. Nomi? Non ne farò mai, ma è così».
E ancora: «Se poi quest’anno non dovessimo riuscire a correre, voglio vedere quanti buoni e cattivi sponsor rimarrebbero... Noi sappiamo quel che faremo: l’anno prossimo ricominceremo da capo, con il budget che avremo a disposizione».
Nessun numero, nessun nome, ma una sola ammissione: Lefevere confessa di aver rinunciato al suo stipendio negli ultimi quattro mesi. «Posso permettermelo. Avrei lavorato molto male se a 65 anni non potessi permettermi di non ricevere lo stipendio per quattro mesi».
E sulla ripartenza: «Dobbiamo essere vigili, certamente, ma non possiamo essere costretti ad osservare regole paranoiche, non possiamo vedere nemici dietro ad ogni angolo. Se l’attenzione diventa paranoia, allora conviene chiudersi in un bunker. Ma nel momento in cui la società riparte e cerca di ripartire, noi possiamo essere noi a trasformarci in eremiti…».