Al lungo elenco delle giovani promesse del Bresciano che vanno in bici si aggiunge Gabriele Raccagni, in sella da quando aveva 7 anni: «Il merito è dei miei nonni Bruno e Francesco che correvano tra i cicloamatori. Grazie a loro ho imparato ad andare in bicicletta, ad amare questo sport a tal punto di diventare un corridore. E il risultato, finora, credo sia stato positivo».
Raccagni è un prodotto, ciclisticamente parlando, sfornato dalla società Aspiratori Otelli VTFM Carin Nacanco di Sarezzo. Nel team del compianto Giancarlo Otelli ci è rimasto per ben dieci anni, praticamente fino alla scorsa stagione, l'ultima nella categoria degli allievi. Nel 2019 si è imposto in tre occasioni: a Pantigliate di Livraga, nel Lodigiano, e per due volte sul traguardo di Montichiari. Si è classificato cinque volte in seconda posizione, tra i piazzamenti spicca il Lombardia Baby a Costamasnaga, poi un terzo, due quarti e due quinti. Raccagni in bicicletta è un passista veloce che si ispira al colombiano Fernando Gaviria.
«Mi piace Gaviria per come fa le volate. Guardo i suoi sprint e cerco di fare tutto per imitarlo, anche partire il più in avanti possibile come posizione. Mi emoziona molto. Personalmente vorrei diventare competitivo come tanti velocisti, vincere gli sprint di gruppo, ma anche in gruppetti ristretti e su percorsi più mossi».
Di Collebeato, comune nella bassa Val Trompia a 5 km da Brescia, diciasette anni compiuti a febbraio, Gabriele abita con il padre Samuele, architetto, la madre Marina, segretaria presso il comune di Collebeato, e le sorelle Marta, di 16 anni, che studia da estetista, Chiara (18) che frequenta il Liceo Agrario, e Veronica (21) laureanda in beni culturali. Raccagni frequenta invece il Liceo Scienze Umane opzione economico-sociale a potenziamento sportivo "Gianni Brera" di Brescia. Tante ambizioni per per il giovane lombardo, alto 183 centimetri per un peso di 62, che quest'anno farà un ulteriore salto di qualità. Esordirà infatti tra gli juniores con la maglia del Team LVF di Patrizio Lussana, sotto la direzione degli ex professionisti Paolo Valoti e Marco Della Vedova.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Il nostro è un movimento davvero importante, sia in campo nazionale che internazionale».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 7 anni per la Aspiratori Otelli, avevo una bici bianca e gialla».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Marco Pantani, per come affrontava le salite».
Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Nessuno in particolare, seguo il calcio e tifo per il Brescia».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono pò di testardo».
Il tuo modello di corridore?
«Fernando Gaviria».
Cosa leggi preferibilmente?
«Riviste di sport».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere e l'aspetto fisico».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Lasciate tranquilli i ragazzini».
Piatto preferito?
«Lo spiedo».
Attrice o attore preferito?
«Non seguo il cinematografo».
Chi è il tuo collega più simpatico?
«Sono tanti, direi tutti i miei compagni di squadra».
Sei religioso?
«Sì».
Paese preferito?
«L'Italia».
Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Che sono ragazzo bravo e tranquillo».
Hobby?
«Super Car e Brescia Calcio».
La gara che vorresti vincere?
«Parigi Roubaix».
Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«Con nessuno».
Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Fare esperienza e cogliere qualche buon risultato».
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