Classiche del nord o grandi giri? Più che una scelta un dilemma amletico per tutti: specialisti, scalatori, passisti e sprinter. Da ieri tutti insieme, più o
meno appassionatamente, sfogliano la margherita nel tentativo di individuare le scelte giuste e dare un senso alla stagione 2020, che rimarrà alla storia non certo per le imprese agonistiche. L'obiettivo, negli intenti, è di salvare almeno una parte di quel che resta delle gare.
Il calendario, ufficializzato ieri dall'Unione Ciclistica Internazionale, è un tourbillon di eventi, che si susseguono e si sovrappongono senza soluzione di continuità, costringendo i big del pedale a inventarsi una strategia da seguire. «Io tutto questo, è inutile nasconderlo, lo vedo come un successo: sono felice per il nuovo calendario di gare e a mio avviso dovrebbe esserlo tutto il mondo del ciclismo. Questo è il primo segnale di una ripartenza della quale tutti avevamo bisogno». Elia Viviani all'ANSA manifesta il proprio entusiasmo, la voglia di ripartire, perché sente odore di volate, di grandi sfide e di traguardi ancora da raggiungere.
L'olimpionico di Rio de Janeiro nel 2016 comincia a mettere nel mirino le gare più gradite, con una priorità assoluta: il Giro d'Italia. «Nello specifico - dice Viviani - credo che per tanti l'obiettivo principale sarà il Tour de France. Le sovrapposizioni erano purtroppo inevitabili, visto che la stagione è stata compressa. Certo che le classiche - come la Parigi-Roubaix - durante lo svolgimento del Giro d'Italia sono tante e costringeranno gli atleti fare delle scelte mirate. A me personalmente piace il Giro a ottobre: una corsa rosa tutta italiana mi spinge a dire che farò il possibile per esserci».
Il Giro a ottobre, ma prima ci saranno altri appuntamenti di grandissima importanza, ai quali lo sprinter veneto della Cofidis, campione europeo in carica, non vorrà mancare. «I miei primi obiettivi di 'rientro' alle competizioni - sottolinea Viviani, che quest'anno era pronto a puntare anche sul secondo alloro olimpico - saranno la Milano-Sanremo e il Tour de France. Sul fatto delle sovrapposizioni e della prospettiva di correre fino a novembre purtroppo stiamo vivendo una situazione straordinaria, della quale è giusto accettare queste
conseguenze».
Elia è comunque felice, vada come vada, a prescindere dal calendario, dalle ambizioni, dalla preparazione saltata e da tutto il resto. «Ripeto - conclude - dobbiamo prima di tutto essere felici di avere un calendario e di ripartire». Giusto così.