Varato il nuovo calendario - che ha suscitato più di una perplessità - per il presidente dell’Uci David Lappartient arriva il momento delle spiegazioni: «Creando un calendario compresso per la seconda metà dell'anno, abbiamo lavorato a salvare la stagione. Questo calendario è soggetto alle decisioni delle autorità competenti: se ci permettono di correre, dal 1° agosto, ripartirà il WorldTour. Ne abbiamo discusso a lungo e c’è stata unità di intenti al tavolo delle trattative, team e organizzatori erano sulla stessa linea. Ee decisioni sono state prese all'unanimità».
E ancora: «Entro la fine di giugno abbiamo chiesto agli organizzatori del WordlTour e del Tour de France, che rappresenta il 50% della visibilità per ogni singola squadra, di confermare la loro decisione definitiva. Noi vogliamo che tutte le gare vadano in scena e vediamo la crisi come una grande opportunità: tutti i migliori ciclisti nella stessa condizione di forma allo stesso momento della stagione…»
La ripartenza è fondamentale.
«Soprattutto per i team. Senza corse, perderemmo le nostre squadre. Ma la crisi è grave anche per l’Uci perché gli introiti dell’anno olimpico compensano sempfe le perdite dei tre anni precedenti e quest’anno non sarà così. Non incasseremo dal Cio i 26 milioni di franchi svizzeri previsti per Tokyo 2020, dobbiamo calcolare anche questo aspetto».
Si lavora ovviamente anche su altri aspetti.
«Dobbiamo riportare al più presto possibile i i test antidoping al loro numero e livello abituale, sono necessari per la credibilità di questo sport. Le porte chiuse? Non sono nei nostri pensieri. Il Delfinato è seguito sulle strade da un pubblico limitato, potrebbe esserci la possibilità di avere linee guide su eventi con al massimo 5.000 persone».
In calendario c’è anche l’inatteso Tour of Guangxi in Cina, dal 15 al 20 ottobre.
«Al momento non siamo sicuri che si possa correre in terra cinese: una decisione sarà presa più avanti anche in base alle decisioni del governo del Paese».
Ma alla fine, si potrà correre davvero?
«Ho fiducia, ma sono anche attento a quello che accade. C'è il rischio di nuovi blocchi e cancellazioni. Se abbiamo un piano B? Questo è il piano B. E non abbiamo un piano C. La conclusione è che senza il Tour possiamo finire in una situazione molto difficile. Una stagione senza Tour sarebbe un disastro».