Con cinque vittorie, sei secondi posti e quattro “medaglie di bronzo” Nicola Rossi è stato uno dei migliori Allievi italiani nel 2019. Diciassette anni compiuti a gennaio, Nicola abita a Pittolo, un paesino a cinque chilometri da Piacenza; in questa stagione è passato Juniores nelle fila del Pedale Casalese Lorenzo Mola Piacenza Cycling Academy, team presieduto dall’Architetto Mario Massimini e diretto dall’ex professionista Luca Colombo con Enrico Rocca e Stefano Cinerari.
Prima di approdare alla formazione lombardo-emiliana, Rossi ha corso nel Velo Club Pontenure e, da Giovanissimo, nello storico G.S. Zeppi: «Da piccolo, tra diversi sport, ho voluto provare anche il ciclismo: mi è subito piaciuto e l’ho scelto. Nella squadra del Cavalier Franco Zeppi sono rimasto fino al termine della stagione da “G6”.»
Cosa apprezzi del ciclismo?
«È uno sport che non ti regala nulla, che ti insegna a soffrire e a prenderti le responsabilità sia nelle vittorie che nelle sconfitte. È una lotta continua, prima di tutto con te stesso».
Ricordi la tua prima bicicletta da corsa?
«Era una bici della società, se non ricordo male di colore verde ed arancio. L’ho usata per la prima volta in gara a Salsomaggiore il giorno del mio debutto».
Lo scorso anno hai vinto a Camignone, Abbiategrasso, Busseto, Pavullo e Cavaria. Quale consideri l’affermazione più bella?
«Sicuramente la prima: la gara di Camignone. Un primo posto conquistato al fotofinish (davanti a Gabriele Raccagni della Aspiratori Otelli e Sebastiano Minoia del Velo Club Sarnico, ndr) dopo una volata difficile e una gara con pioggia e tanto freddo».
Che tipo di corridore sei?
«Non saprei di preciso, penso di essere ancora troppo giovane per poter avere già una specializzazione. Cerco di essere il più completo possibile; mi piacciono gli arrivi in leggera salita da affrontare di potenza».
Hai ottenuto buoni risultati anche su Pista.
«Mi difendo. Lo scorso anno ho vinto il Campionato Regionale su Pista nell’inseguimento a squadre (assieme a Cattani, Varroni, Paletti e Turco, ndr) e nella velocità olimpica. (con Morgante, Cattani e Varrone, ndr)».
Un professionista a cui ti ispiri.
«Alejandro Valverde».
La gara dei tuoi sogni.
«La Paris – Roubaix».
Una gara della tua categoria che vorresti vincere.
«Dovendo scegliere, direi Camignone. Sarebbe bello ripetermi, ma questa volta tra gli Juniores».
Hai altri hobbies oltre al ciclismo?
«Nessuno in particolare. La bici e la scuola occupano buona parte della mia giornata; nel tempo libero mi piace uscire con gli amici».
Cosa studi?
«Frequento il quarto anno dell’Istituto per Geometri a Piacenza».
Ti piace la musica?
«Sì, la tecno è il genere che preferisco».
Film.
«Amo le storie di sport. Creed e Rocky, per esempio».
A tavola.
«Su tutto scelgo la pizza, ma da piacentino dico anche i salumi».
Prima del coronavirus come andava la preparazione?
«Bene, con i compagni eravamo impazienti di gareggiare».
E poi, come tutti, avete dovuto pedalare sui rulli. Cosa pensi delle piattaforme virtuali?
«Aiutano l’allenamento rendendolo meno noioso ma non mi piace usarle per fare “gare”».
In queste ore finalmente è possibile tornare a pedalare su strada.
«Non vedo l’ora! Rispettando i regolamenti, naturalmente.»
In gennaio sei stato convocato dai tecnici della Nazionale per i test di valutazione. Cosa hai provato?
«Appena ho avuto la notizia tanta emozione, poi un po’ di sana agitazione mista ad orgoglio e voglia di far bene. Durante i test non ho pensato a nulla, mi sono impegnato al massimo».
Quali obiettivi ti poni per il tuo futuro?
«L’obiettivo principale è migliorarmi. Naturalmente mi auguro di vincere anche tra gli Juniores ma a tante vittorie preferisco la costanza di rendimento».
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