“Sapete come ho ottenuto la spunta blu per tutti i miei account social? Facendomi buttare fuori dalla Vuelta Espana, quella del famoso traino dell’ammiraglia”. Vincenzo Nibali, spiritoso, sorridente e attorniato dai suoi cari nella casa di Lugano, ha tenuto banco per oltre 80 minuti nella classica diretta serale con Lello Ferrara 3.0.
“Quella volta però non fu colpa mia diciamolo. Sheffer venne in camera e si scusò, ma io fui messo fuori dalla corsa. Come andò? Bhe… come sapete avevo rotto la bici ed ero attardato. Nella fase di rientro, su un dosso ho pure perso le borracce e la giuria non voleva prendessi la scia. Il DS kazako mi si affiancò e nel passarmi altre borracce, mi trainò talmente forte che rischiai di finire nel burrone. L’elicottero era sopra di noi fece la ripresa che andò in mondovisione. Solo una volta rientrati in albergo, durante i massaggi con Pallini, appresi della squalifica. Mi massacrarono per un bel periodo con battute a non finire. Rientrai a casa talmente arrabbiato che poi mi allenai come una bestia e vinsi tutte le gare seguenti, tranne una battuto da Rebellin. Andavo come un aeroplano”.
Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, Nibali ha superato alla grande quell’episodio riabilitando la sua immagine di corridore impeccabile, ma ci ha tenuto a fare quella precisazione.
La serata con i tifosi era iniziata con una serie di aneddoti gustosi sulla rivalità con Giovanni Visconti, che in certi momenti è stata piuttosto accesa. In particolare da Junior come nella prova di Poggio alla Cavalla. “Per un episodio di gara quasi venimmo alle mani. Giovanni era talmente arrabbiato e infreddolito che faticava a parlare. Io ridevo per la situazione, lui era furente. Intervenne anche il padre per sedare gli animi”.
Visconti un amico, un rivale con cui i piccoli screzi di gara non sono mancati. “Una volta al Tour, ero in maglia gialla e mi fece arrabbiare parecchio… poi ad una Freccia, ci prendemmo con lui e Valverde.. lo spagnolo vinse pure. Comunque quando siamo vicini ci alleniamo sempre assieme. E’ un bel corridore e un amico”.
E infine il ricordo di un altro grande amico, Michele Scarponi. “Un rivale amico prima, un compagno amico, poi. Quando Martinelli mi disse che si poteva prenderlo in Astana gli dissi che non dovevamo perdere tempo. Lo prendemmo. Sul Valparola che sfide… sprintavamo anche in cima. Davamo tutto noi stessi. Una sfida continua, uno sprone. Quanti ricordi con Scarpa”.
Si è fatto tardi e la piccola Emma compare nello schermo per reclamare suo papà. Si deve andare a dormire.
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