Ciao Direttò, sai che ti ho sempre chiamato così.
ti scrivo perché ho voglia di ringraziarti. Sai, in questo periodo di quarantena ho avuto l’intuizione di lanciare un’iniziativa che in brevissimo tempo è cresciuta in modo inaspettato. In pratica, tutte le sere, da quando ci sono le restrizioni governative, la sera vado in diretta su Instagram delle 21 dal mio account “LelloFerrara3.0”.
Da tempo non frequentavo più il mondo del ciclismo, ma evidentemente la fiammella della passione era ancora forte dentro di me. Ho iniziato a coinvolgere ex prof, attuali campioni e personaggi del mondo delle 2 ruote. Nel mio piccolo ho già avuto modo di ospitare nella mia “Lello e Friends…” personaggi come Petacchi, Garzelli, Ciccone, Guercilena, Scinto, Paternoster, Bramati… insomma, una bella soddisfazione, e il riscontro è incredibile. Certe sere siamo arrivati a 1.100 collegati in diretta. Volevo solo portare il sorriso nelle case dei ciclisti, ma ora mi ritrovo a gestire un flusso di emozioni e una mole di lavoro più grandi di me.
Non voglio annoiarti, ma voglio solo ringraziarti perché sei stato tra i primi a dare spazio alla mia iniziativa e forse, mi hai dato quella spinta iniziale che ha acceso la fiammella.
Ringrazio anche gli amici che mi supportano, come il mio/il vostro Pietro Illarietti che è tutto all’opposto di me, ma a cui voglio un bene dell’anima, e a tutti gli amici che la sera compongono il nostro palinsesto (ormai siamo un piccolo format): Rinaldo Nocentini e la moglie Manola, Ivano, Davide, Serena, Daniele Bennati, Nicolas Roche, il più bello ed elegante di tutti. Ma anche “Ciclisti per sbaglio” e “ciclisti de panza”.
Senti direttò ho già scritto troppo e come dicono a Napoli….
con profonda amicizia
Raffale Ferrara
Caro Raffaé, così ti ho sempre chiamato sin da quando ti conobbi a Castelfranco Veneto nel 1997 e tu eri un giovane promettentissimo corridore della prestigiosissima Zalf Euromobil Fior e sin da allora ti presi in simpatia perché eri incontenibile, uno show-man nato. Intelligenza allo stato puro, ironia a piene mani. Ho sempre avuto informazioni di prima mano da Pietro, e sapevo che ti eri allontanato dal mondo del ciclismo, anche se in verità un filo rosso l’hai sempre tenuto saldamente tra le tue mani. Poi la storia che tu ci hai appena raccontato, con un guizzo dei tuoi in un momento di paure e dolori, e t’inventi Fiorello andando di fatto a rallegrare le serate del mondo del ciclismo e non solo. Tu mi ringrazi, e io non posso che ricambiare, ma sappi che il mio merito è stato solo quello di non dimenticarmi mai di chi sei stato e sei: un ragazzo intelligente che forse in questo ambiente ancora qualcosa può dare. Io non ho fatto molto di più, come tanti hanno fatto con me in questi anni, io ho provato solo a darti una spinta. Sono felice che tu stia vivendo questa nuova e inaspettata esperienza con leggerezza, gioia e tantissimi consensi. Sono davvero felice che tu possa in qualche modo tornare nella grande famiglia del ciclismo. Io ti seguirò come ho sempre fatto, fin dalla sigla di Salmo con la sua bellissima e contemporaneista “90 min”. Prego, mettetevi comodi, sta cominciando il Lello Show… Applausi applausi applausi...
Pier Augusto Stagi
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