Sono giorni di attesa. Si attende impazientemente che i governi prendano nuove decisioni e provvedimenti nella lotta contro il corona virus. Come in una partita a domino la mossa delle istituzioni sembra destinata ad influenzare tutte quelle successive, le decisioni delle associazioni sportive, degli organizzatori e tra questi la grande macchina del Giro d’Italia. È una situazione di momentaneo stallo, non c’è dubbio, così come per le numerose città di tappa che tentano di districarsi tra decreti e scartoffie di ogni tipo, nella speranza di avere presto una soluzione definitiva.
Tra i tanti comuni che dovranno ospitare il Giro numero 103, quello di Tortoreto Lido, sede di arrivo della decima tappa della corsa rosa, sta cercando di fare i conti tra l’ipotesi di una stagione senza turismo ed un Giro che rischia di stravolgere completamente le loro carte. Ne abbiamo parlato con Giorgio Ripani, assessore al turismo del comune del teramano.
Come comune particolarmente sportivo come state gestendo l’emergenza?
«Non è stato certo facile, come tutti d’altronde. Nei primi giorni abbiamo avuto anche noi dei casi sporadici di sportivi che a tutti costi volevano fare il loro allenamento a piedi o soprattutto in bici. Abbiamo deciso di agire con molti controlli e con ordinanze restrittive addirittura prima che venissero dal governo. Tutto sommato sono state abbastanza rispettate, purtroppo ci sono stati controlli e anche sanzioni, ma sono servite da deterrente per gli altri cittadini che così si sono adeguati. Tutta la popolazione ha cercato di muoversi di conseguenza, molte associazioni sportive hanno trovato altre vie per mantenere l’allenamento in diretta streaming o tramite altre modalità sistematiche. In pratica in qualche modo abbiamo provato ad adattarci».
La pandemia oltre ad aver fermato le attività locali è arrivata a bloccare l’intera attività sportiva, tanto da annullare il Giro nelle sue date ufficiali. Come avete vissuto la vicenda?
«Quando è scoppiato il virus ci siamo immediatamente interessati alla questione, abbiamo indagato attraverso la stampa e con tutti i mezzi a nostra disposizione. Volevamo saperne assolutamente qualcosa in più e devo dire che già avevamo il sensore che le cose non sarebbero andate esattamente secondo i piani. Abbiamo contattato direttamente Rcs per avere risposte certe, ma siamo stati invitati a temporeggiare fino a che poi non è arrivata la comunicazione ufficiale dell’annullamento non solo delle tappe ungheresi, ma di tutto il Giro».
Come si è comportata Rcs?
«Devo dire che da parte loro abbiamo avuto molta professionalità. Prima del comunicato ufficiale c’era stata l’occasione di una telefonata informale in cui già ci avevano comunicato che sarebbe dovuto occorrere almeno inizio aprile per avere maggiori informazioni. Ad oggi non abbiamo una vera e propria comunicazione definitiva, da parte nostra vorremmo avere notizie subito per sapere come muoverci, ma ci rendiamo conto che non è così facile. L’organizzazione del Giro sta facendo un lavoro incredibile, ma mi rendo conto che anche loro sono in forte difficoltà. È una decisione che prima o poi dovranno prendere, ma non dipende solo da loro, sono molte le forze in gioco, ci sono le associazioni, il governo... la situazione è complicata».
Dopo l’annuncio del Tour tra agosto e settembre sembra sempre più concreta la possibilità di avere un Giro ad ottobre. Come sarebbe questa possibilità per Tortoreto?
«Noi siamo un comune molto legato allo sport e che ama il ciclismo, però fare il Giro a metà ottobre a mio avviso perderebbe un po’ la sua forza. Maggio è una posizione strategica, a noi serve per lanciare la stagione, già l’anno scorso la partenza di una tappa ci ha aiutato molto per mantenere uno standard di presenze estive molto alto nonostante in Italia il turismo sia calato molto. Quest’anno c’era l’idea di proporre la medesima operazione, ma spostando il Giro ad ottobre cambia tutto. È comunque vero che ottobre è un mese abbastanza caldo e ci sono dei turisti stranieri, ma sinceramente il nostro fine sarebbe sfumato».
Se poi fosse a porte chiuse sarebbe ancora peggio…
«Sarebbe veramente una grande perdita. Il Giro è una gesta così bella e grande che organizzandola in questo modo si svilirebbe la bellezza e l’entusiasmo di un arrivo. Noi siamo un paese che vive prettamente di turismo, più di un 1/3 della nostra popolazione dipende da quello, spostare tutto in autunno, addirittura senza pubblico, è un’ipotesi che spero non venga confermata».
A questo punto sarebbe quasi meglio rinviare tutto a maggio 2021…
«Da appassionato di ciclismo darei di tutto per confermare il Giro anche ad ottobre, mossa che farebbero anche gli sponsor e le televisioni perché si perderebbe davvero tanto. Come assessore di un comune come Tortoreto però la mia risposta è un po’ diversa: non avrei dubbi nello spostare tutto nel 2021. Mi rendo conto che è un’ipotesi azzardata e sono molte le forze in gioco, ma occorre vedere anche la realtà in cui operiamo. Con il Giro la nostra amministrazione comunale fa un investimento veramente grande, è un largo impegno economico che viene fatto in vista della promozione del nostro territorio e questo investimento viene fatto anche in base alla resa, in questo caso il Giro d’Italia che ha un grande rilievo internazionale. Se effettivamente la corsa rosa venisse fatta ad ottobre da parte nostra ci sarebbe una grande perdita. Si disperderebbe un po’ l’effetto promozionale su cui noi puntiamo fortemente, bisognerà anche capire in che condizioni si opererà perché anche avere un evento così bello ed entusiasmante ma solo in tv sarebbe una cosa nettamente inferiore».
Secondo lei come procederà Rcs?
«Ad oggi non abbiamo ancora notizie ufficiali. Come amministrazione comunale abbiamo piena fiducia nell’organizzazione del Giro. Sappiamo di avere a che fare con persone molto attente e preparate, ma mi rendo conto che la situazione non è facile per nessuno. Come comune accetteremo qualsiasi decisione verrà presa e agiremo di conseguenza, ma sono sicuro che Rcs farà di tutto per garantire un Giro ugualmente emozionante e in piena sicurezza tenendo conto di tutte le parti in gioco».
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