Le Monde sta svolgendo un’approfondita inchiesta per scoprire come gli sportivi francesi stanno vivendo la situazione d’emergenza, sia dal punto di vista fisico che da quello economico. La quarta puntata ha puntato la sua attenzione su Romain Bardet, la cui analisi è dettagliata e profonda.
«Noi ciclisti restiamo comunque dei privilegiati anche se la luce in fondo al tunnel nemmeno noi la vediamo. Io sono in contatto ogni giorno con il mio allenatore Jean-Baptiste Quiclet, poi due volte la settimana abbiamo una sessione di allenamento con tutti i compagni di squadra e questo ci solleva un po’ il morale. La prossima settimana (dal 22 al 26 aprile) correrò il Giro di Svizzera virtuale, che sarà trasmesso in diretta dalla tv svzziera e ci permetterà di dare un po’ di visibilità ai nostri sponsor in questo periodo di blackout».
«In Francia abbiamo la fortuna di poter contare su sponsor solidi che non si sono disimpegnati di fonte alle difficoltà della pandemia, mentre all’estero vedo squadre nettamente in crisi, che fanno fatica a pagare corridori e staff e qualcuna ha già fatto dei licenziamenti».
«Se sei un corridore residente in Francia, paghi tasse importanti perché il guadagno è importante, ma nei momenti di crisi il sistema ti tiene a galla. È il sistema nel quale sono cresciuto e che mi rende fiero di essere francese».
«La squadra ci ha sospeso dal mese di aprile, ma questo non cambia nulla per noi: lo stipendio ci sarà versato al 100%. Non si è discusso di tagli, ma solo per un motivo che è quello che tiene in piedi tutte le squadre: tutti hanno in testa la prospettiva del Tour de France e che sulla scia possa essere salvato il salvabile».
«Tra noi corridori discutiamo anche del futuro: come sarà il gruppo nel 2021? Fatico a credere che tutti i team possano ripartire, visto che ci sono anche squadre i cui contratti di sponsorizzazione sono in scadenza. E sappiamo bene che, in tempi di crisi, il budget che salterà per primo sarà quello delle sponsorizzazioni. E non credo che nasceranno nuove formazioni…».
«Il tutto sarà penalizzante in particolare per i giovani e per coloro che sono a fine contratto, magari con più di 35 anni. Saranno i primi a pagare ma questo non è assolutamente giusto, perché ci saranno corridori appiedati senza aver potuto mostrare il loro valore sulla strada».
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