LINEA VERDE. DAVIDE CATTELAN, GIGANTE VICENTINO

CONTINENTAL | 06/04/2020 | 07:37
di Danilo Viganò

Vicentino di Molina di Malo, a 30 km dal capoluogo, Davide Cattelan è un gigante di 190 centimetri per 80 chili di peso. Un cronoman fatto a misura per tirare il collo agli scalatori, ma anche ai passisti. Un passistone da classiche, il corridore veneto (da grande vorrebbe vincere una Roubaix, ndr) che tuttavia la classica delle pietre una volta l'ha disputata, anche se in tono minore, l'anno scorso, da Juniores con la maglia della Nazionale Italiana (apparteneva al team Borgo Molino Rinascita Ormelle, ndr).


«Una bellissima esperienza, una corsa affascinante, sul pavè tra i boschi e le campagne del Nord. Se non fosse stato per quella caduta sul tratto del Carrefour de l'Arbre avrei fatto meglio del 48simo posto, ma rimane comunque la grande soddisfazione di aver partecipato». Cattelan in maglia azzurra corre anche il Tour dei Paesi del Vaud, in Svizzera, e la prova in linea dei Campionati Europei di Alkmaar, Olanda, classificandosi al 35simo posto. Si presenta al via anche del Giro delle Fiandre, ma con la rappresentativa del Veneto, portando a termine la gara delle "Cotes", scalando pure il Grammont, in 34sima posizione. "


«Correre all'estero è tutta un'altra cosa, hanno una mentalità diversa dalla nostra e anche il modo di interpretare le gare è differente, più spontanee e senza tatticismi. Una bella scuola». Cattelan mette insieme anche tre successi: la cronometro a squadre internazionale di Farra di Soligo con Gallai, Peric, Raccani e Moro, e le corse in linea di San Pietro Viminario e Piove di Sacco tutte due in provincia di Padova.

La passione di Cattelan per il ciclismo arriva per merito dello zio Dino, che ha strappato il nipote al nuoto e alla ginnastica artistica «ha capito che ero uno sportivo, e mi ha messo in bicicletta quando avevo 10 anni». A Molina di Malo, Cattelan vive con il padre Renato, che lavora per una ditta di paranchi elettrici, la madre Giliola, operatrice sanitaria a Schio, e la sorella minore Sofia che pratica la scherma. Frequenta con ottimi profitti l'ultimo anno al Liceo Scientifico delle Scienze Applicate "Nicolò Tron" di Schio dove sta per diplomarsi. In gruppo lo hanno ribattezzato "Lapo", soprannome di cui non conosce nemmeno lui l'origine. Cattelan difende i colori del team Continental Beltrami TSA Marchiol del manager Stefano Chiari, e diretto dall'ex professionista bolognese Orlando Maini.

Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Il mio parere è che dovremmo cambiare mentalità, e copiare quello che fanno all'estero soprattutto a livello giovanile. Sono stato in Belgio e in Olanda, e il metodo di crescita dei ragazzi è sicuramente migliore rispetto al nostro sia nella maniera di affrontare correre che per quanto riguarda la scelta della multidisciplinarietà».

A quale età hai cominciato a correre?
«A 10 anni nel Veloce Club Schio, avevo una Rampon gialla e rossa»

Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Marco Pantani perchè in salita era il migliore».

Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Non ci ho mai pensato, però il pugilato mi piace».

I tuoi peggiori difetti?
«Sono troppo buono, specialmente in gara dove dovrei risparmiarmi di più».

Il tuo modello di corridore?
«Mi piaceva Tom Boonen».

Cosa leggi preferibilmente?
«Libri di filosofia».

Cosa apprezzi di più in una donna?
«L'umanità».

Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Toglierei la parte mediatica legata ai social».

Piatto preferito?
«Riso e pollo».

La tua attrice o attore preferito?
«Tom Cruise».

Chi è il tuo collega più simpatico?
«Un grande amico, Leonardo Dalla Costa».

Sei religioso?
«No».

Paese preferito?
«L'Olanda, per la mentalità dei cittadini e i suoi paesaggi»

Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Non sento il bisogno che dicano nulla».

Hobby?
«L'agricoltura e gli animali».

La gara che vorresti vincere?
«Giro delle Fiandre».

Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«Con la mia famiglia, e le persone che mi vogliono bene».

Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Constatare il mio stato di forma, poi aiutare i compagni più esperti e togliermi qualche soddisfazione».

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