È chiaro che ci sarà da rimboccarsi le maniche e da stringere la cinghia, ma come sempre le crisi sono molto più crisi che per altri. Nel World Tour sono in diversi a tremare, ma almeno tre squadre sono sul punto di collassare fin da subito. Ed è chiaro che un momento come questo dovrebbe servire al grande palazzo dell’Uci, che in queste settimane di assoluto tormento si è distinto per immobilismo e visione posticipata, per provare ad alzare la testa e a pensare a qualcosa che possa servire a tutti.
In verità in queste settimane l’Uci ha sempre agito dopo che qualcuno aveva fatto il primo passo. Quando il ciclismo si è in pratica fermato perché gli organizzatori hanno una dopo l’altra sospeso le proprie corse, loro hanno pensato bene di dire: bene, fermiamoci. Che mi sembra un bel modo di fare. Fai in modo che siano gli altri a fare sempre la prima e anche la seconda mossa, se è il caso anche la terza, in modo che tu possa prendere posizione tranquillamente. È un bel modo di condurre un movimento. Un po’ come le tante figure che siedono in diversi consigli di amministrazione e si limitano ad alzare la manina, senza mai proferire parola. Ne escono sempre da intelligenti: chissà cosa pensano? Non pensano. È bellissimo.
Detto questo, l’emergenza coronavirus continua a picchiare forte anche sul ”circus” della Formula 1. Dopo i rinvii delle prime gare della stagione, ecco la prima scuderia a decidere tagli nella sua struttura. Si tratta della storica McLaren, che ha deciso di mettere in cassa integrazione una parte dei dipendenti e ridotto lo stipendio a chi continuerà a lavorare in sede per i prossimi tre mesi. Il comparto ciclismo ci dicono che non sia messo tanto meglio, anzi. Ma in questo momento di crisi profonda, dove tutto è fermo, si spera che i dirigenti dell’Uci, oltre ad aspettare che la curva pandemica cali e che le squadre resistano, è forse bene che comincino a ripensare ad un “circus” più corrispondente a quello che ci aspetterà, fatto di meno zeri e più zelo.
Vediamo di ripensare al ciclismo di vertice, che si è chiaramente afflosciato come un soufflé. Adesso la punta dell’iceberg non c’è più, tutti sono più vicini alla base e dalla base si ricomincia a costruire tutto. A meno che, anche in questo caso, decidano di aspettare: è un modo anche questo per ricominciare. Senza di loro.