Ancora un mese, forse un mese e mezzo di speranza. Il Tour de France vuol sfruttare tutto il tempo a disposizione prima di decidere la sorte dell'edizione 2020. Secondo l'emittente belga RTBF, la tv di lingua francese, la dead line sarebbe stata posta al 15 maggio. Nessuna dichiarazione ufficiale ma riferimento a voci molto vicine all'organizzazione di Aso e soprattutto la testimonianza di alcuni sindaci delle città di tappa che sono stati interpellati dalla tv.
Per esempio Stéphane Villain, il vice sindaco di Châtaillon-Plage, sede della tappa numero 11, ha dichiarato infatti: «Dobbiamo aspettare fino al 1 maggio, che dovrebbe essere una data fondamentale. Almeno questo è quello che mi ha detto Christian Prudhomme. Vedremo se quel giorno saremo ancora in piena emergenza, ma non sembrava molto preoccupato. Certo non ci entusiasma la soluzione della gara a porte chiuse se la situazione del coronavirus fosse ancora grave».
Da parte sua Pascal Schwartz, sindaco di Saint-Martin-de-Ré, dove di concluderà la decima tappa, è preoccupato: «Siamo in ritardo. A causa del blocco, i lavori stradali sono fermi, anche se sono essenziali per la gestione di una tappa del Tour de France». E la sua preoccupazione è condivisa da altri primi cittadini interpellati.
Tutti fanno trasparire la volontà di correre, confermata nei giorni scorsi anche dalla ministro dello sport Roxana Maracineanu, ma il confronto con la strettissima attualità è impietoso, visto che anche in Francia cresce il numero delle vittime e la pandemia continua a colpire.
Ancora un mese, forse un mese e mezzo di speranza. E poi sapremo...
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