Combattivo di natura, con il ciclismo nel cuore, profondendo il massimo impegno, motivandosi senza conoscere la fatica, senza arrendersi alle difficoltà. Questi è Marco Zamparella, 32 anni, sanminiatese di nascita. La sua strada nei momenti più importanti della carriera professionistica e nell'attuale incarico da diesse, dopo aver attaccato la bicicletta al chiodo, si incrocia sempre con Amore & Vita.
Da corridore si mise in luce da dilettante con il Pedale Larigiano nel 2009 prima di passare un biennio nella Maltinti. Vinse 5 corse in tre anni, 4 nel suo anno magico che fu il 2012. Da professionista, una carriera breve ma con buone soddisfazioni. Dal gradino più basso del podio nella Coppa Agostoni 2013 con la squadra ungherese dell'Utensilnord ai successi con Amore & Vita-Selle SMP nel triennio 2015-17. Con i colori Fanini si impose nella sesta e ottava tappa della Vuelta al Tàchira nel 2016 in Venezuela, ma soprattutto passò il suo nome alla ribalta internazionale dopo il successo nel Memorial Pantani del 2017, una prova inserita nel calendario Uci Europe Tour di categoria 1.1. Un exploit da far tremare i polsi se andiamo a ricordare la dinamica della gara con l'atleta di Amore & Vita-Selle SMP in fuga per 150 km. e l'ordine di arrivo con un podio veramente da mettere negli archivi dei suoi più grandi successi. Allo sprint superò uno dei corridori italiani più in forma come Diego Ulissi, mentre terzo si piazzò il colombiano Egan Bernal, vincitore dell'ultimo Tour de France. Di fughe così lunghe ne vanno in porto pochissime e viene da chiedersi se lo stesso protagonista pensava di farcela. «Ho iniziato a crederci all'ultimo passaggio dei tre circuiti ampi di Montevecchio quando nell'ultima salita al GPM il vantaggio sul gruppo era sempre rassicurante. Quel giorno non sentivo nemmeno la fatica e dopo 170 km. ebbi la forza di superare allo sprint due grandi campioni». Un successo che spianò all'atleta toscano l'opportunità di essere ingaggiato dalla neo nata professional continental Sovac Natura 4ever, compagine di matrice belga ma di licenza algerina, una squadra ambiziosa che ingaggiò l'ultra quarantenne Davide Rebellin per trasmettere esperienza a diversi giovani talentuosi. Un matrimonio che però per Zamparella non si rivelò positivo interrompendosi prematuramente.
UN 2019 IN STANDBY PER POI TORNARE AD AMORE & VITA DA DIRETTORE SPORTIVO. Ed allora cosa fare? Trovare un ingaggio nel ciclismo di oggi è sempre più difficile, Marco decise di stare un certo periodo in standby per riflettere in attesa di nuove opportunità, ma nel contempo tenendosi allenato per farsi trovare pronto ad una eventuale chiamata. «Lo scorso anno mi sono divertito molto -dice con una espressione più felice che rammaricata - dedicandomi alle GF ed alle Marathon in mountain-bike. Mi sono inoltrato in percorsi itineranti e affascinanti, immergendomi in rigogliosi paesaggi naturali. Un metodo per amare ancora di più la bicicletta che mi ha consentito di scoprire mulattiere ed antiche strade. Ho avuto la più bella soddisfazione nel vincere la 13.a edizione della GF di Montecatini».
La chiamata è arrivata ancora da Amore & Vita-Prodir. «Veramente sono stato io verso la fine dell'anno a recarmi nella sede della società ciclistica. Mi avvicinai a Cristian Fanini proponendogli di tesserare un corridore. Al che lui mi chiese se poteva interessarmi guidare la sua squadra coadiuvando nel lavoro di direttore sportivo l'ucraino Volodymyr Starchyk e Maurizio Giorgini, visti i numerosi impegni internazionali. Il team manager fu molto convincente ed in effetti la nuova esperienza di aiutare la crescita ciclistica degli atleti mi sta dando molto, soprattutto dal punto di vista umano. Ho guidato la squadra alla Vueta a San Juan assieme a Starchyk e da solo al Giro della Colombia. In Colombia si unì alla nostra squadra, su mio invito, l'amico El Diablo Claudio Chiappucci che su queste strade disputò il mondiale del 95 vinto dallo spagnolo Olano. Chiappucci ha pedalato nel circuito iridato ricordando quei momenti e poi è stato in ammiraglia con me seguendo la corsa ed occupando il posto riservato ad Amore & Vita».
Cosa ha da dire ai ragazzi e come si comporta con loro?
«Intanto mi fa piacere essere il punto di incontro fra loro e la società di Ivano e Cristian Fanini. Vado in bicicletta assieme ai ciclisti e cerco di dare buoni consigli soprattutto ai più giovani come Marchesini e Zullo. Il lavoro duro paga sempre e l'unica strada per il successo, anche per gli atleti di maggior talento, è la costanza, l'impegno e la voglia di confrontarsi e migliorarsi ogni giorno».
Qualcuno accosta lei quando correva a Riccardo Marchesini. La vede una analogia?
«Sì siamo due combattenti. Ci impegnamo fino in fondo per raggiungere l'obiettivo».
Una carriera a livello agonistico giunta al termine ma lei come la riassume? Intanto che corridore è stato, un passista veloce o un passista scalatore?
«Bella domanda. A volte ci penso anch'io. Ho vinto in volate ristrette ma ho fatto anche selezione in salita. Non saprei...».
LE SUE INDICAZIONI AGLI ATLETI COSTRETTI IN CASA PER LE MISURE ANTI CORONAVIRUS, Zamparella il "poeta", un soprannome che si è meritato per la sua fantasia nello scrivere poesie, è in questi giorni a stretto contatto con i suoi corridori, un contatto esclusivamente telefonico per l'emergenza nel combattere il coronavirus. Ma come si allenano in questo prolungato periodo di inattività i suoi atleti?
«Ho indicato loro di mettere la bicicletta sui rulli. Anche se è noioso e piuttosto monotono, è un metodo efficace. Possono anche dedicarsi ad un potenziamento muscolare con esercizi a corpo libero e con i pesi».
Patron Ivano Fanini dice di lei che potrebbe essere sempre competitivo anche in sella alla bici.
«Probabilmente ha ragione ma ormai mi affascina questa nuova esperienza, l'essere utile nel trasmettere qualcosa di mio agli altri, un lavoro che mi sta prendendo sempre di più. Poi nella vita non c'è niente di scontato. Mai dire mai, non sappiamo cosa ci riserva il futuro».
Le strade di Marco e del team Fanini si sono nuovamente intrecciate con la speranza per entrambi che possano consolidarsi negli anni a venire. E' bastato un colloquio con Cristian Fanini per ridare nuove motivazioni a Zamparella. Un colloquio che ha avuto una impressione positiva da entrambi le parti e che si è materializzata con uno dei gesti più universali: la stretta di mano.
Da La Gazzetta di Lucca a firma di Valter Nieri
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