Il coronavirus sta sempre più togliendo il sorriso alla gente che si rinchiude in un silenzio surreale che avvolge l'atmosfera. Anche il ciclismo ha dovuto saltare diversi appuntamenti e gli annullamenti delle gare si moltiplicano, ma, come è giusto che sia, Marco Tizza alfiere di Amore & Vita Prodir vuole reagire, continuando a sperare, ad alimentare i suoi sogni.
«Abito a Nova Milanese e ogni mattina mi alleno in solitudine - afferma - sulle strade che mi hanno visto crescere ciclisticamente. Il coronavirus ha tolto il sorriso alla gente ma dobbiamo avere pazienza e sperare che tutto torni nel più breve tempo possibile alla normalità. Peccato perchè stavo intraprendendo un percorso con continuità di risultati e piazzamenti nelle prime posizioni, considerando anche la stagione passata. Nel periodo di inattività mi ero preparato bene a livello fisico e mentale per iniziare al meglio, visto che nel periodo invernale ho sempre stentato per entrare in forma».
LA RINASCITA. Tizza, 28 anni, vanta quattro vittorie in carriera e dopo una buona stagione nel 2017 costellata da diversi piazzamenti nelle classiche italiane più importanti correndo per la Nippo Fantini Europa, ha rischiato di interrompere in anticipo la sua carriera trovandosi senza un contratto. All'ultimo istante ad avere fiducia in lui sono stati Ivano e Cristian Fanini che lo hanno tesserati per Amore & Vita-Prodir. Da qui la sua rinascita. Lo scorso anno ha vinto la terza tappa del Sibiu Cycling Tour a Paltinis in Romania e la quinta tappa della Volta a Portugal, correndo da protagonista anche nel campionato italiano. A Compiano era in fuga con Davide Formolo da quale ha perso contatto solo nella discesa prima del traguardo: Formolo è un grande discesista e la discesa è il punto debole del corridore brianzolo che se fosse riuscito a rimanergli a ruota avrebbe potuto vincere considerando il suo spunto veloce.
Lo scorso anno è stato anche uno dei cinque corridori italiani più volte piazzati nelle prime quindici posizioni, conquistando anche oltre 400 punti UCI e meritandosi di indossare la maglia azzurra. Patron Ivano Fanini, uno dei più grandi talent scout dello sport dice: «Tizza è il numero uno dei piazzati italiani e presto, con il supporto della squadra, diventerà il corridore italiano più vittorioso».
CORONAVIRUS. Il 2020 era iniziato per Tizza sotto i migliori auspici. Stava pedalando in maniera armoniosa e dinamica anche se problemi muscolari gli avevano impedito di giocarsi il successo nel Trofeo Laigueglia. «Sono stato vittima di crampi nell'azione decisiva di Ciccone. Dopo aver risposto prontamente all'attacco di Diego Rosa sullo strappo Colla Micheri a 30 km dal traguardo, mi sono ritrovato in testa alla corsa assieme a Giulio Ciccone, Diego Rosa e Biniam Hailu. Quando mancavano una decina di chilometri al traguardo Ciccone ha allungato ed io non ho saputo rispondere per i crampi. Di quel gruppetto sulla carta ero il più veloce».
Un'altra possibilità sfumata ed a fare festa in questo caso è stato il venticinquenne abruzzese. Però essere li, nei chilometri conclusivi, a giocarsi la vittoria, è un titolo di merito che denota le già eccellenti condizioni, confermando le buone performance della stagione passata.
OBIETTIVI. Dopo Laigueglia lo stop forzato del ciclismo e di tutto lo sport in generale. Il coronavirus ha fermato tutto e la speranza è quella di tornare a correre il prima possibile. Per l'atleta brianzolo le gare da disputare sarebbero un percorso di avvicinamento al grande obiettivo stagionale più volte proclamato dal team manager Cristian Fanini e da patron Ivano: il campionato italiano in linea del 21 giugno con la salita della Rosina massima ostilità da ripetersi diverse volte e che potrebbe risultare decisiva. «Spero proprio - conclude Tizza - che non venga annullata questa gara dove farei di tutto per prendermi una rivincita dello scorso anno sperando che la fortuna questa volta possa assistermi. Amore & Vita per me è una famiglia che mi ha dato molto e vorrei ripagare la fiducia con un risultato eclatante che ripaghi le sue aspettative».
da La Gazzetta di Lucca a fima di Valter Nieri