Mercoledì scorso, 4 marzo, ha compiuto 17 anni. Giosué Epis, classe 2002 in forza al team bresciano Aspiratori Otelli Vtfm Carin Loxam Baiocchi Alchem Cadeo Carpaneto, quest’anno si presenta al via della stagione ciclistica con alle spalle l’esperienza del primo anno tra gli Juniores. Velocista di grandissimo talento, è abituato a «timbrare il cartellino» con la vittoria da quando era nella categoria Esordienti. Il suo palmares parla chiaro: 6 successi al 1° anno, 4 al 2° anno, 10 vittorie al secondo anno tra gli Allievi, e 3 affermazioni nel 2019 alla prima stagione tra gli Juniores. Però bisogna ricordare che il ciclista di San Paolo è entrato ben 11 volte tra i top ten, con 3 secondi posti e 4 terzi posti. Tra poco, emergenza coronavirus permettendo, si alzerà il sipario sulla stagione, andiamo a scoprire come si presenta al via la ruota veloce bresciana di San Paolo.
Come hai trascorso l’inverno?
«Con la bici ho iniziato a gennaio con tutta la squadra andando un paio di volte la settimana sulle strade che costeggiano il Lago di Garda. In concomitanza abbiamo alternato piscina e palestra. Ma non sono mai stato fermo in realtà mi piace molto variare: prima di gennaio andavo a correre a piedi, in piscina, e ho fatto anche alcune uscite con la mountain bike senza fare gare però. Adesso siamo in ritiro in Toscana, a Riotorto di Piombino, siamo arrivati giovedì e restiamo fino a domenica. Saranno quattro giorni molto intensi che serviranno anche per fare ancora più gruppo tra noi atleti».
Tre vittorie al primo anno, ora che obiettivi ti poni per la seconda e ultima stagione tra gli juniores?
«Sono un po’ complicati e ambiziosi, se così posso dire. Mi piacerebbe essere convocato in Nazionale e partecipare al Campionato Europeo che quest’anno si svolge in Italia, a Trento. Poi mi piacerebbe vincere la corsa internazionale Gran Premio dell’Arno, l’ho disputata lo scorso anno e me ne sono “innamorato”. Punto ad arrivare tra i primi tre juniores in Italia nella classifica finale, se possibile vincere l’OscarTuttoBici, e per finire fare qualcosa in più a livello risultati in pista. Ad esempio penso a lavorare in particolare per l’inseguimento a squadre. Ci sta l’alternanza tra strada e pista che è un ottimo trampolino di lancio anche per le corse in linea».
Il primo anno in categoria cosa ti ha insegnato?
«Diciamo che ho imparato a gestirmi meglio in corsa e come impostare la tattica di gara. In bici per fare bene bisogna sempre collegare il cervello alle gambe, e con l’andare degli anni te ne rendi conto».
Quindi tirando le somme dei tuoi obiettivi ti aspetti un 2020 esplosivo?
«Sì, almeno lo spero. Sono in una squadra che, secondo me, è tra le più forti della categoria. Ci siamo amalgamati molto bene, si è creato un bel gruppo dentro e fuori dalla corsa, e questo è sicuramente un vantaggio per tutti noi».
Alla base di tutto questo c’è l’obiettivo finale del passaggio tra i professionisti. Che idea ti stai facendo visto che, ad esempio, alcuni ragazzi con i quali hai corso gomito a gomito lo scorso anno, come Piccolo o Martinelli, hanno già esordito con i pro’ nel Trofeo Laigueglia il 16 febbraio?
«Per quello che posso capire le persone che mi stanno intorno mi aiutano a farmi l’idea di dove posso arrivare. Io sono ancora giovane, devo completare la fase di maturazione, ed è chiaro che ho dentro tante ambizioni. Io ce la metto tutta per tirar fuori tutto quello che ho dentro e meritare l’occasione di poter far diventare questo sport del ciclismo, questa grande passione, il mio lavoro».
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