Uno e novantasei. Gioca a basket o a pallavolo, fa il portiere di una squadra di calcio (ora devon esser alti e agili). Lui lo è alto e agile. Ma non è nulla di questo. Va forte in bicicletta. Jonathan Milan ieri pomeriggio ha fatto visita alla redazione del Messaggero Veneto, a pochi giorni dalla medaglia di bronzo conquistata ai Mondiali su pista con il quartetto dell’inseguimento, ma anche, cosa non meno importante, dal quarto posto nella prova dell’inseguimento. Quella vinta, con tanto di record del mondo, dal ciclone Filippo Ganna.
Volto da bravo ragazzo, giacchetta obbligatoria («dovevo venire al Messaggero per forza che ho messo la giacca»), unica cosa che Jonny non ha portato è la medaglia di bronzo.
«No, l’ho dimenticata a casa», dice mortificato l’azzurro. «Me la faccio portare, venti minuti e arriva qui». Nonno Eligio e il “capo” del Team Fruli, squadra per cui corre, Roberto Bressan, se la ridono. Foto di rito e via col fuoco incrociato di domande.
Jonathan, com’è cambiata la tua vita in questa settimana?
«Non è cambiata, sono sempre lo stesso ragazzo di 19 anni che ha un sogno: quello di correre forte in bicicletta e fare il ciclista professionista».
La prima bicicletta?
«Era un “catorcio” giallo e blu. Ho cominciato a girarci a 3-4 anni. Mio papà Flavio è stato un ottimo corridore tra i dilettanti e ha corso anche tra i pro, quando ero piccolo corricchiava ancora tra gli amatori: insomma, la bici è stata sempre protagonista a casa mia. Ricordo ancora un’Atala Rossa comprata nel negozio di Udine».
Prime gare?
«Una stagione nella Bujese, era il 2004. Nemmeno il tempo di abituarmi alle gare e mio padre con l’amico Marco Zontone ha creato la Jams’bike, una squadra che prende il nome dalle iniziali dei loro figli. Anche mio fratello Matteo corre in bici, ha tre anni meno di me. Buja è il paese della bici».
Poi?
«Ho un diploma di grafico pubblicitario. Ho praticato nuoto, tennis, judo, sci ma alla fine ha vinto la passione per il ciclismo».
Il tuo tecnico Roberto Bressan dice che, finalmente, da qualche mese hai capito che il segreto è allenarsi forte...
«No, l’ho sempre capito che allenarsi forte è il segreto di una bella carriera».
Come ti hanno accolto gli altri componenti del team, per i quali sei una minaccia in chiave olimpica?
«Bene dai, mi hanno riempito di consigli mettendomi a mio agio. In pista poi chi va più forte corre, ma siamo un bel gruppo».
Una medaglia prima di partire per Berlino l’avevi sognata?
«Sognata sì, certo. Ma mi sarei accontetato di fare bella figura e migliorare il personale nell’inseguimento... invece ho migliorato col quartetto il record del mondo... ».
A proposito e il “ciclone” Ganna?
«Femomenale, mi riempie di consigli, è per me un grande esempio, ho ancora tanto da imparare al velodromo. E ha la dinamite nelle gambe. Può abbattere il muro dei 4 minuti nell’inseguimento. Altro che».
Jonathan oltre la bici?
«Camminate in montagna, mi rilassano, riposo. E poi da due anni c’è Silvia, la mia ragazza. È di Sacile».
E adesso?
«Punto ad andare alle Olimpiadi, è vero ho solo 19 anni, ma farò di tutto per andarci. Poi sogno la Parigi Roubaix. Non di correrla soltanto. Di vincerla».
Il tuo idolo è Peter Sagan. Hai fatto una foto con lui in Argentina al Tour di San Luis in gennaio vero?
«Macché, non ho avuto il coraggio di chiedergliela, era impegnato». Si incroceranno di nuovo. Statene certi.—
LA CURIOSITA'. Un’investitura in diretta. Il cooordinatore delle nazionali di ciclismo Davide Cassani, ieri mentre Milan rispondeva alle domande, ricevuta da noi una foto con l’azzurro, ha immediatamente risposto: «Portategli i miei saluti, va fortissimo». Insomma, il buiese Milan è nel ristretto giro di 5-6 corridori che puntano a un posto sull’aereo che andrà a Tokyo guidat dal ct Marco Villa, coronavirus permettendo naturalmente. Per avvicinarsi alle Olimpiadi, intanto, la prossima settimana sarà in ritiro con la Nazionale under 23 a Gabicce Mare per preparare la Gand Wevelgem dei giovani. Poi continuerà l’attività su pista con la maglia del Cycling Team Friuli intervallata dagli stage con gli azzurri al velodromo. Altro obiettivo di Milan sono gli Europei under 23. E il tecnico Roberto Bressan garantisce: «Sarà corridore da classiche, molto veloce. Come caratteristiche un po’ Sagan e un po’ Cancellara». Se son rose fioriranno.
da Il Messaggero Veneto
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