In fondo è proprio come scrive Fabio Genovesi: il 14 febbraio è davvero la festa degli innamorati. Gli innamorati del Pirata. «Cadrò, sognando di volare» è finalmente un libro lieve e profondo, bello e struggente, carico di amore per la vita e per un giovane uomo che il destino ci ha strappato troppo presto.
Non è un libro su Pantani, ma attraverso il Pirata Fabio Genovesi racconta una storia piena zeppa di dolcezza e di pensieri buoni. Una storia che comincia un giorno lontano del 1982: è dicembre però, anche se sembra impossibile, quel giorno per il piccolo Fabio arriva l’estate. E difatti è la cronaca precisa, coinvolgente e sconvolgente dell’estate del 1998. Una narrazione lenta e accelerata, fatta di continui cambi di ritmo, di salite e di discese, ma anche di cadute. Tante cadute e qualche bugia. Babbo Natale non esiste.
Un libro che racconta di tempi infiniti e di orologi fermi, di mari che fagocitano affetti e sogni, e quel morboso desiderio di diventare qualcuno e qualcosa: ma perché dobbiamo diventare per forza qualcosa o qualcuno? Non lo siamo già? Si chiede Fabio che fissa e segna un confine tra il possibile e l’impossibile.
Un libro che è un inno al coraggio, alle cadute che ci rimettono in viaggio e ci rendono migliori. Tante estati che si rincorrono e il tempo che scorre, ma è solo l’impressione perché l’orologio è sempre e costantemente fermo.
Fabio ha 24 anni e studia svogliatamente giurisprudenza. Per evitare il servizio militare viene spedito in un ospizio di preti in cima agli Appennini per sostenere il servizio civile. Non è proprio quello che vorrebbe, ma ci sono tante cose che a Fabio non vanno, ma a consolarlo c’è lui, Marco Pantani che corre Giro e Tour da supereroe. E poi c’è Don Basagni, un insolente e bisbetico prete che vive nell’ospizio. Non c’è nulla che li accomuni, se non l’amore per il ciclismo e per il Pirata e in Pantani e nelle sue folli fughe trovano un magico punto d’incontro e anche una certezza: l’impossibile è possibile.
E poi c’è quell’orologio rotto che segna il tempo più vero. Un tempo sospeso e senza tempo, come questa storia d’amore. Come la vera storia di Marco Pantani, fatta solo e soltanto di scatti e non di chissà quali verità nascoste ancora da scoprire. Perché questo non è un libro verità, ma un libro vero. In fondo è proprio come scrive Fabio Genovesi: il 14 febbraio è davvero la festa degli innamorati. Gli innamorati del Pirata.
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