Marco Villa lascia l'Argentina con in tasca il podio ottenuto da Filippo Ganna alla Vuelta a San Juan e i chilometri preziosi che hanno macinato al caldo i suoi ragazzi. Di ritorno in Italia, il commissario tecnico della pista finalizzerà con i pistard azzurri il lavoro in vista degli imminenti Campionati del Mondo, in programma dal 26 febbraio al 1° marzo a Berlino.
Tutti al velodromo di Montichiari.
«Quasi. Dopo il dovuto recupero, ci ritroveremo per un primo blocco di lavoro da lunedì 10 a venerdì 15 e per un secondo dal 17 al 21 febbraio, per partire per la Germania il 22. Viviani e Consonni, con quest'ultimo che sarà già in pista venerdì e sabato prossimi, correranno la Volta ao Algarve in Portogallo al posto del Tour de Oman (rimandato ai primi di marzo per la morte del sultano Qabous ibn Saïd, ndr). Il loro non sarà l'avvicinamento ideale alla sfida iridata, ma come sempre dobbiamo mediare tra gli impegni dei team e il desiderio dei corridori, che oltre a far bene al mondiale vogliono farsi trovare pronti per le grandi corse su strada che li aspettano dopo, come Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo, obiettivi importanti nel caso di Elia».
Ganna andrà a caccia della quarta maglia iridata nell'inseguimento individuale. Riuscirà a scendere sotto i 4'?
«Non voglio che si focalizzi su questo, l'obiettivo è il titolo, il cronometro prima o poi verrà di conseguenza, non deve essere un'ossessione. Pippo arriva al mondiale con una buona condizione, ma ha fatto registrare il suo record di 4'02” a fine stagione, mentre a fine mese avrà poche corse nelle gambe (con Ineos disputerà la Vuelta Valenciana dal 5 al 9 febbraio, ndr). Per questi mondiali mi aspetto che il gruppo sia competitivo. Volevo fare un po' una prova generale in vista di Tokyo, speravo di poter trascorrere una decina di giorni tutti assieme prima del mondiale come faremo senz'altro prima di partire per il Giappone. Ci siamo dovuti adattare agli ultimi cambi di programma, posso contare su un gruppo polivalente ma, onestamente, per lottare con Australia e Danimarca serve qualche lavoro specifico in più. Questo non vuol dire che siamo tagliati fuori dai giochi per l'oro, so quanto vale il nostro quartetto e credo che continueremo a divertirci con questo gruppo speciale, che può vantare dei veri e propri fenomenti».
Tokyo 2020 è sempre più vicina...
«Sinceramente comincio ad essere preoccupato perchè devo scegliere solo 5-6 ragazzi quando tutti si sono impegnati al massimo, si stanno preparando al meglio e sono motivati come non mai. Purtroppo Liam Bertazzo ieri è stato operato per rimuovere un'ernia al disco e dovrà saltare i mondiali, ma abbiamo la certezza che a marzo potrà rimontare in bici e sono convinto che anche lui sarà tra coloro che mi metteranno in difficoltà. Meriterebbero tutti di partecipare ai Giochi Olimpici, ma dovrò fare una scelta. Come Federazione siamo stati vicini ai ragazzi, hanno ricevuto contributi e premi da parte anche del CONI, quindi i loro sacrifici saranno comunque ripagati. E poi sono giovani, la carriera non finisce con Tokyo. Non bisogna abbattersi se non si viene convocati, parlo per esperienza, sono la prova vivente che chi tiene duro alla fine raccoglie: dovevo correre a Seul e ad Atlanta invece rimasi a casa, partecipai ai Giochi di Sydney e riuscii a vincere una medaglia a 31 anni, in extremis».
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