Di nome fa Elia, di cognome Alessio. Di Rosà, classe 2001, Vicentino come Giovanni Battaglin, Marino Basso, Cleto Maule, Imerio Massignan, Davide Rebellin e altri campioni, Elia sale per la prima volta in bici all'età di 10 anni: «Ho seguito l'esempio di mio padre Vito, che ha corso fino ai dilettanti, ed eccomi qua pronto per il debutto tra gli Under 23».
Papà Vito manda avanti il Ristorante "San Marco" di Rosà, mamma Silvia lavora come dipendente comunale. Mentre la sorella maggiore, Anna, studia infermieristica all'Università di Vicenza, e il fratello minore, Luca, gioca a calcio nella squadra locale del paese. Alessio è un corridore combattente, tenace, determinato, scattista e coraggioso: un uomo da fughe che non teme la fatica.
L'anno scorso, nell'ultima sua stagione tra gli juniores con l'Unione Ciclistica Giorgione nessuna vittoria, però è secondo al "Trofeo Buffoni" dietro al tricolore Gianmarco Garofoli, quinto al campionato italiano a Città di Castello, ancora secondo nel campionato della regione Veneto e a Caselle di Altivole, sesto alla nazionale "Vini del Roero", settimo nella Vittorio Veneto-Passo S.Boldo, ottavo nella Schio-Ossario del Pasubio. Un duro, con un fisico secco (58 chili) e tanta voglia di emergere. Intanto studia e corre. Frequenta il Liceo Arstistico indirizzo Multimediale e Pubblicità "Michele Fanoli" di Cittadella, nel Padovano. Alessio correrà quest'anno nella Continental del Cycling Team Friuli del presidente Roberto Bressan, e diretta da Renzo Boscolo.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«E' un bel momento per i nostri corriodori, che si stanno facendo spazio con nuove prospettive».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 10 anni (G4) per la società Bicisport di Tezze sul Brenta, con una bici Polar blu».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Eddy Merckx perchè era il più forte e per il il modo in cui vinceva».
Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«No».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono un pò insicuro».
Il tuo modello di corridore?
«Il francese Julian Alaphilippe, ma anche uno come Van Der Poel che va fuori dai soliti schemi».
Cosa leggi preferibilmente?
«Non leggo moltissimo».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Tutti i valori».
Sei social?
«Il giusto».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Lascierei più spazio all'intuizione, e meno alla programmazione».
Piatto preferito?
«Pasta alla carbonara».
Hobby?
«Suonare la chitarra».
La gara che vorresti vincere?
«Liegi Bastogne Liegi».
Televisione, cinema o teatro?
«Cinema, i film d'azione».
I ragazzi di oggi con quelli di ieri: le differenze?
«Meno social, e più contatto umano. Una volta era così forse perchè non c'erano i social».
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