Esce domani in libreria “Der Rudy”, l’autobiografia di Rudy Pevenage, scritta con John Van Ierland per l’editore olandese JEA. Come sempre in questi casi, le anticipazioni riguardano le storie di doping o comunque poco chiare. Pevenage ammette nel suo racconto di essersi dopato quando correva e di aver fatto in quel caso tutto da solo e di aver aiutato Ullrich ed il suo team a doparsi nel corso della sua carriera da tecnico.
«Non ho paura di reazioni o commenti, dico molto, molto in questa biografia - scrive Pevenage, ex professionista e direttore sportivo di lungo corso, nella prefazione -. Non voglio ferire nessuno, ma dico la verità su ciò che ho passato, su ciò che ho visto».
E allora via con le storie su offerte di denaro per vincere le gare, sull’assunzione di doping e sui sotterfugi per sfuggire ai controlli, dalle lattine di Cola con doppia parete alle sacche di sangue nascoste in cartoni di latte vuoti e a corrieri scatenati in mountain bike per effettuare consegne proibite.