Il salernitano Pasquale Abenante, classe 1998 di Scafati a due passi da Pompei, è sicuramente uno tra i corridori della Campania più promettenti dell’ultima generazione. Un’eccellenza del pedale, Abenante, sia in campo nazionale, sia in campo internazionale. La sua forza di corridore completo, con spiccate doti per le salite brevi, gli ha consentito di chiudere il 2019 con la vittoria a San Miniato, e una lunga sequenza di piazzamenti a dir poco di altissimo livello: terzo a Castiglion Fibocchi, quarto al Gran Premio di Capodarco e alla Astico-Brenta, quinto nella Vicenza-Bionde, sesto alla Coppa Collecchio, settimo in quel di Poggiana di Riese, ottavo alla Popolarissima di Treviso e alla Ruota d’Oro di Terranuova Bracciolini, nono nel Gran Premio Colli Rovescalesi tutti traguardi, o quasi, che figurano nel prestigioso calendario UCI.
Per Pasquale questi risultati rappresentano una sorta di attestato, una certificazione di qualità, il biglietto da visita da presentare per un suo eventuale passaggio nel professionismo. Fratelli laureandi gli Abenante: Pasquale ha iniziato l’Università degli Studi di Napoli Phartenope dipartimento Scienze Motorie, mentre Michele, il maggiore, che ha chiuso la carriera tra gli Juniores, si sposta a Fisciano dove frequenta la facoltà di Economia e Commercio; infine Angelo segue il corso di laurea magistrale in Giurisprudenza.
Infermerie all’Ospedale di Scafati il padre Luigi, ex ciclista, che ha indirizzato il figlio Pasquale verso i pedali quando ancora giocava a calcio nella squadra del rione. E la signora Anna, come moglie e mamma, si occupa delle faccende casalinghe. A 21 anni, Abenante è fidanzato con Angela (studentessa del Liceo Scientifico), ed è inquadrato nella formazione Continental Casillo Petroli Firenze Hopplà, guidata da Matteo Provini e Gianni Faresin.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«A livello professionistico ci mancano purtroppo i grandi club, mentre siamo in crescita a livello giovanile soprattutto dalle mie parti, in Campania, dove attività e corridori sono in aumento».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 9 anni, nella categoria G3, per il Team Balzano di Napoli. La prima bici era una Magnum di colore blu e bianca».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Marco Pantani, per la sua forza mentale e fisica».
Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«Un po’ il calcio, sono sportivo e non tifoso, con una passione per il Napoli».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono testardo».
Il tuo modello di corridore?
«Mi piace Peter Sagan».
Cosa leggi preferibilmente?
«Romanzi gialli».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Che sia comprensiva e rispettosa».
Sei social?
«Quel tanto che basta».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Vorrei che ci fossero più corse a tappe per i dilettanti».
Piatto preferito?
«Pizza».
Hobby?
«Giocare a calcetto».
La gara che vorresti vincere?
«Il Campionato Italiano, non importa di quale categoria».
Televisione, cinema o teatro?
«Tutto quello che riguarda il Teatro».
I ragazzi di oggi con quelli di ieri: le differenze?
«Quelli di oggi hanno in testa hanno troppa confusione dovuta all’uso smisurato dei cellulari».
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