Domenica 7 maggio 1939, per la fiera di San Giorgio, si disputa il primo Circuito di Varzi, gara per indipendenti e dilettanti su un anello da fare tre volte. Il percorso (Varzi-Pietragavina-Valverde-Sant’Albano-Ponte Nizza-Varzi) è mosso: ci sono i 6,5 km della salita di Petragavina, con 336 metri di dislivello, e poi l’ascesa più dolce di Valverde. Nella sede del Fascio di Varzi, alla punzonatura, si presenta un ragazzo di 19 anni. Indossa una maglia dell’Opera Nazionale Dopolavoro Tortona. Paga la quota di iscrizione di tre lire. Viene registrato come Coppi Fausto. Si informa sui premi, scopre che al vincitore dei gran premi della montagna toccheranno 50 lire e al vincitore finale 300. Li conquisterà tutti e due, arrivando da solo, con più di sei minuti e mezzo sul secondo, Luigi Malabrocca. La prima vittoria del Campionissimo.
“Il circuito del giovane Fausto” - partenza e arrivo da Ponte Nizza, 38,7 km di lunghezza, 679 metri di dislivello – sta in un libriccino del Touring Club Italiano dedicato all’”Oltrepò Pavese” (9,90 euro), definito l’Appennino di Lombardia. Una preziosa guida ai luoghi e alle valli, alle colline e alle vie, con una serie di itinerari escursionistici e naturalistici, da fare a piedi o in bicicletta. Fra gli autori, due firme del ciclismo: Gino Cervi e Claudio Gregori. E quel primo Coppi è un piccolo delizioso canto gregoriano.
Fra giri dei vini e kermesse dei salami, qua e là c’è molta bicicletta e anche un po’ di glorioso ciclismo. Una buona occasione per ripassare la storia a due ruote. Come sul Penice, dove il 5 ottobre 1913 Costante Girardengo conquista il primo dei suoi nove titoli italiani consecutivi. Recluta del 12° Battaglione Bersaglieri a Verona, Girardengo va una prima volta in fuga con la complicità del sergente di guardia, in treno giunge alla partenza ad Alessandria e si presenta al via. Sul Passo del Penice va una seconda volta in fuga, stavolta con Luigi Ganna e Lauro Bordin, ma Ganna si schianta contro un paracarro e in volata “Gira” non teme rivali. Però al ritorno in caserma il neocampione italiano si becca 15 giotni di cella di rigore e 20 di cella semplice.
Le riscoperte non finiscono qui. Sempre sul Penice, il 17 maggio 1927, un giornalista incaglia la sua Isotta Fraschini, con autista in livrea e guanti bianchi, al primo tornante: il gruppo, ostacolato, lo copre di insulti. E’ Orio Vergani, inviato del “Corriere della Sera”, alla prima esperienza al Giro d’Italia.
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