Tommaso Bramati è il figlio di Davide - il "Brama" - che ha corso tra i professionisti e ora dirige in ammiraglia la Deceuninck Quick Step di Alaphilippe, Evenepol e altri illustri campioni.
Milanese di Vaprio d'Adda, 21 anni, Tommy è si diplomato in Informatica e Telecomunicazioni al Centro Studi "Leonardo Da Vinci" di Bergamo, e attualmente è un atleta a tempo pieno. La sfortunata stagione di quest'anno, condizionata dalla caduta in discesa all'internazionale Giro del Belvedere (frattura della rotula del ginocchio sinistro in cui ha dovuto restare fermo a lungo senza poter gareggiare) è già alle spalle e Bramati junior è pronto per incominciare una nuova avventura nel team Continental di Tony Monti e Riccardo Magrini.
Tornando al 2019, che l'ha visto in maglia Biesse Carrera, Tommaso ha gareggiato soltanto per tre mesi, dalla Vuelta San Juan in Argentina fino alla sfortunata corsa in Veneto., raccogliendo, come miglior piazzamento, solo un undicesimo posto a San Michele di Piave. Risultato che non ha nulla a che vedere con l'annata precedente nel Team Colpack dove è stato protagonista in più di una occasione sfiorando il podio a Cerreto Guidi (quinto posto), nella classica dei Muri Fermani (sesto) e giungendo nono nella Astico-Brenta. Finora la sua unica vittoria risale al 2015, nella Pinerolo-Sestriere tra gli Juniores. Si può intuire da questi risultati che Tommaso gode di una buona reputazione come scalatore, ma che il meglio deve ancora venire.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Adesso come adesso l'Italia è in gran spolvero, e come nazione siamo molto presenti nel mondo del professionismo».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 10 anni nel Velo Club Inzago, se non ricordo male con una Dedacciai di colore bianca e nera».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Eddy Merckx, perchè come lui nessuno».
Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«No».
I tuoi peggiori difetti?
«Spesso e volentieri trascuro i dettagli».
Altruista o egoista?
«Dipende dalle situazioni».
Cosa leggi preferibilmente?
«Non mi piace leggere».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Due cose: il carattere e le attenzioni verso di me».
Sei social?
«Si, però ci tengo alla mia privacy».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Ci vorrebbe più tranquillità e meno stress nelle categorie minori, mentre le società dovrebbero pensare di più alla crescita dei giovani».
Piatto preferito?
«Tutti i dolci».
Hobby?
«Play Station».
La gara che vorresti vincere?
«Una tappa del Tour de France».
Televisione, cinema o teatro?
«Cinema, il genere horror».
I ragazzi di oggi con quelli di ieri: le differenze?
«Se meglio prima o adesso, non saprei. Dico soltanto che una volta tutti sapevano meno di tutti non avendo a disposizione i social network e internet».
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