Di uguaglianza di genere nel mondo dello sport e non solo si fa un gran parlare e, finalmente, anche nel nostro Paese qualcosa si muove. Quest'oggi è finalmente giunto il momento di svolta per sanare una situazione che vergognosamente si è protratta sinora, ossia quella della discriminazione lavorativa per le atlete.
Le atlete diventano sportive professioniste, anche dal punto di vista contrattuale. La commissione Bilancio del Senato ha infatti approvato un emendamento alla manovra presentato dal Pd che equipara le donne ai colleghi maschi, estendendo le tutele previste dalla legge sulle prestazioni di lavoro sportivo 91/1981, e per promuovere il professionismo nello sport femminile introduce un esonero contributivo al 100%, fino ad un massimo di 8 mila euro annui, per tre anni per le società sportive femminili che stipulano con le atlete contratti di lavoro sportivo.
Brindare però è prematuro. L'Associazione Nazionale Atlete (ASSIST) guidata da Luisa Rizzitelli commenta così la notizia: «L’emendamento della Commissione Bilancio del Senato per le ASD che promuoveranno il professionismo sportivo è senz’altro una buona notizia, ma è secondo noi assolutamente prematuro parlare di rivoluzione e di vittoria. Perché sia davvero così serve agire sulla Legge Delega. Sono vent’anni che chiediamo parità, ma perché sia così non basta un emendamento. Attendiamo fiduciose il lavoro del Ministro Spadafora per far sì che la notizia sia realmente tale».
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