Era stato arrestato dai Nas nel settembre 2010 Enrico Rossi, accusato di essere al centro di una associazione dedita al traffico illecito di sostanze dopanti destinate ad atleti professionisti e dilettanti. Accusato insieme a Riccardo Riccò da un amico cicloamatore, Rossi era coinvolto, secondo gli inquirenti, nell’«Operazione Cobra Red» che aveva visto indagate 35 persone fra Roma e Rimini. Ora, dopo nove anni, il calvario dell’ex professionista romagnolo è finito con una piena assoluzione perché il fatto non sussiste.
A Rossi, ex professionista cesenate che si è stabilito oggi a Rimini ed ha 39 anni, era stato addossata l’imputazione di ricettazione. Nel procedimento erano finiti anche medici sportivi, preparatori atletici, farmacisti e frequentatori di palestre, con 40 perquisizioni domiciliari e personali in varie province d’Italia.
Rossi si era sempre difeso ad oltranza respingendo ogni accusa: «Non mi sono mai dopato - aveva giurato davanti al giudice - né ho mai fatto traffici illeciti con sostanze del genere».
«Fin dal primo momento aveva dichiarato la sua assoluta innocenza - spiegano gli avvocati Alberto e Fiorenzo Alessi - e il Tribunale di Rimini, pur di fronte ad una richiesta di condanna da parte del Pubblico Ministero, gli ha creduto mandandolo pienamente assolto».