La Toscana del pedale ha un altro Gonfalone d'Argento. L'ultimo ad unirsi ad una lunga lista di campiono è stato Alberto Bettiol. Il re del Giro delle Fiandre è stato premiato quest'oggi a Firenze, nella sala Gonfalone di Palazzo del Pegaso.
A premiare Bettiol è stato il presidente del Consiglio della Regione Toscana Eugenio Giani al quale il corridore della EF Education First ha regalato la maglia azzurra che ha indossato al mondiale di Harrogate.
«La stagione ciclistica è finita però è anche già ricominciata perché da poche settimane ho ripreso gli allenamenti e già si pensa al 2020: i programmi ancora non sono stati fatti, ma a grandi linee debutterò a febbraio, a marzo mi vedrete qui per le Strade Bianche, quindi correrò la Tirreno-Adriatico e la Milano-Sanremo. Poi mi sposterò in Belgio per cercare di difendere il titolo del Giro delle Fiandre e quindi chissà, magari il Giro d'Italia. Spero di farlo però non dipende da me; ancora non sono stati fatti i programmi della squadra. Io mi sono fermato solo nel mese di ottobre e adesso ho già ripreso a pedalare in vista del prossimo anno». ha spiegato il ventiseienne atleta di Castelfiorentino.
Ai margini della presentazione, Bettiol ha parlato ancora una volta di differenze tra premi fra uomini e donne: «Purtroppo in generale il mondo femminile è sempre penalizzato, non solo nel ciclismo ma un po' in tutti gli sport: la differenza dei premi in denaro fra uomini e donne è vergognosa. Certo, non lo scopro io, è una cosa che è così e spero che in un futuro, in un domani, per quanto riguarda il ciclismo, la Federazione Ciclistica e l'Uci guardino un po' anche a questo movimento femminile che almeno nel ciclismo è sempre più presente».
E ancora: «Siccome dal punto di vista di fatica, di impegno si fanno gli stessi sacrifici, se non di più le donne perché una donna poi spesso deve anche fermarsi perché magari diventa mamma con tutte le vicissitudini del caso, bisogna provvedere ad adeguarsi. Pero' so anche che purtroppo non è il mio lavoro, io critico da disinteressato e dico solo che c'è questa disparità e spero che un giorno venga colmata».
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