Con gli interpreti del ciclismo su strada in letargo, le attenzioni degli amanti della bicicletta si spostano sul ciclocross, la regina delle discipline invernali. E quest’anno l’Italia ne è pienamente coinvolta ad altissimi livelli, visto che tra due giorni andranno in scena i Campionati Europei di Silvelle, con tutti i grandi nomi della specialità, a partire da sua maestà Mathieu Van der Poel.
Ma anche i bambini stanno cominciando ad accorgersi quanto sia bello il ciclocross. D’altronde, è uno sport che esalta i loro istinti, correre su un prato con una bicicletta, sporcarsi di fango, stando lontano dai pericoli della strada: non può esserci nulla di più divertente. E così i praticanti crescono e con loro tutto il movimento crossistico italiano: «Il ciclocross italiano è praticamente risorto – spiega Paolo Garniga, Presidente della Commissione Fuoristrada per la Federazione Ciclistica Italiana - Abbiamo attraversato un momento di crisi profonda una decina di anni fa, poi si è cominciato a capire che questa disciplina fa parte del fuoristrada e insieme alla mountain bike è decisamente cresciuta, anche grazie ad una modernizzazione della disciplina».
Ma, al di là delle parole, sono proprio i numeri a confermare questa passione crescente per il cross: «Ci troviamo con una base importante di giovani: questo weekend a Jesolo e Osoppo ci sono stati circa 800 partenti, tra le quali 55 ragazze allieve, che fino a qualche anno fa erano 4 o 5 – continua Garniga - Al Campionato Italiano di Schio ne sono previsti più di 1000: sono numeri importanti che ci fanno sperare in un futuro ancora più importante per il ciclocross italiano. Abbiamo già visto che tra gli juniores e gli U23 sta venendo su qualche bel corridore. Chiaro, una volta elite, se vorranno fare il salto di qualità dovranno trasferirsi all'estero, in nazioni che fanno del ciclocross uno sport primario, ma intanto è importante avere le basi in Italia per crescere».
Un ulteriore conferma arriva dal dato record fatto registrare dal Campionato Europeo di Silvelle, che è arrivato a 400 iscrizioni di atleti master: «Vedere che il record di presenze master di un Campionato Europeo sia avvenuto in Italia ci mostra quanto i nostri appassionati ci tengano e quanto l'Italia sia considerata dai master stranieri – aggiunge con orgoglio il Presidente FCI della Commissione Fuoristrada - Anche dal punto di vista delle gare stiamo crescendo, penso sia una delle poche discipline che si sta sviluppando indistintamente su tutto il territorio. Ci sono diversi circuiti regionali nuovi, che magari si sono ispirati a quelli più storici, come quello di Silvelle». Dall’altra parte, però, sembra complicato poter raggiungere la cultura belga o olandese, che vivono il ciclocross come fosse una festa nazionale: «Belgio e Olanda sono irraggiungibili perché per loro è uno sport nazionale. Il pubblico è disposto a pagare per vedere il ciclocross e così gli organizzatori ne possono ricavare risorse importanti. Qua da questo punto di vista si fa ancora fatica».
Non bisogna poi dimenticare di quanto il ciclocross possa aiutare nella crescita tecnica di un atleta, a maggior ragione ora che le frontiere del ciclismo stanno cambiando. Peter Sagan, Matteo Trentin, Wout Van Aert e Van der Poel sono tutti atleti che sono stati temprati da fango e gelo, diventando dei fuoriclasse nel fuori strada (gli ultimi due in particolare) e poi anche in strada. Non può quindi essere un caso: «È importante far capire che il ciclocross ormai non è più un'attività soltanto complementare, ma una specialità vera e propria che dal punto di vista tecnico può aiutare moltissimo, anche per un futuro su strada -ammette ancora Garniga - Il ciclocross, poi, è divertimento puro, i ragazzini si divertono a sguazzare nel fango e non sono esposti ai rischi della strada quando piove. È una vera e propria palestra, le competenze che acquisisci da bambino nel fuoristrada poi ti rimangono per tutta la vita».
L’allestimento del Campionato Europeo, infine, non potrà fare altro che dare ulteriore linfa al movimento: «Un Campionato Europeo come quello di Silvelle non può che essere un valore aggiunto per la crescita della disciplina. Poter ammirare dal vivo atleti come Van der Poel è qualcosa di straordinario. Ed è importante far capire che il ciclocross ormai non è più un'attività soltanto complementare, ma una specialità. Silvelle è la culla del ciclocross in Italia e una colonna portante della disciplina. Aveva attirato un sacco di persone per il Campionato Italiano, posso immaginare quanta ce ne sarà per un Europeo».
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