Vive lo stesso sentimento di incredulità di Matteo Trentin. L’azzurro pensava a 200 metri dal traguardo di aver ormai sulle sue spalle la maglia iridata, mentre il danese si è trovato vestito da campione del mondo quasi senza accorgersene.
Mads Pedersen è il nuovo numero uno del ciclismo mondiale. A soli 23 anni (ne compirà 24 anni il prossimo 18 dicembre) è lui a regalare alla Danimarca il primo titolo iridato della storia nella massima serie.
«Non riesco a crederci, ho coronato un sogno: sono campione del mondo. Non ho parole per descrivere il mio stato d’animo», che è ben diverso da quello di Matteo Trentin, immagine della sconfitta, dello sconforto e della sofferenza.
Il volto di Mads, che in inglese significa “pazzo”, è semplicemente dipinto di incredulità e gioia incontenibile. Era il suo sogno fare il corridore. Fin dalle scuole dell’obbligo, dopo un breve periodo di tirocinio da lavoratore, lui aveva le idee chiarissime: voglio fare il corridore professionista. Per questo lo mandarono subito ad allenarsi al fianco di un professionista.
«Adesso ho questa maglia addosso, ho realizzato il sogno che hanno tutti i corridori. Non me lo sarei mai aspettato», spiega il ventitreenne di Tollose nel dopocorsa.
Mads nelle categorie giovanili praticava anche il ciclocross, proprio come Matteo. In Italia abbiamo imparato a conoscerlo qualche anno fa, nel 2013 sulle strade di Firenze, quando arrivò secondo al mondiale su strada nella categoria juniores. Secondo alle spalle di Mathieu Van der Poel, il grande favorito della vigilia, il grande battuto sulle strade dello Yorkshire.
Nel 2015 Pedersen era alla Cult, un team Continental: due vittorie, compresa una tappa al Tour de l’Avenir. Nel 2016 lo troviamo alla Stolting, sempre nella categoria Continental, poi il passaggio alla corte di Luca Guercilena (con Kim Andersen e Adriano Baffi tecnici, ndr) alla Trek-Segafredo. Nel 2017 cinque vittorie, compreso il Giro di Danimarca. L’anno scorso i successi sono stati quattro, con l’aggiunta del secondo posto al Giro delle Fiandre. Quest’anno, prima della volata vincente di Harrogate, una vittoria in Francia nel Gp Isbergues: un successo per distacco ottenuto esattamente una settimana prima della sfida iridata.
Il prossimo anno si troverà in squadra un certo Vincenzo Nibali, che la maglia iridata sogna da tempo. Per la Trek-Segafredo di Luca Guercilena questi Mondiali sono stati davvero benedetti, visto che sono già sotto contratto Antonio Tiberi, iridato della prova a cronometro junior, e l’americano Quinn Simmons, che ha vinto la prova in linea sempre degli junior.
«È stata una gara di sopravvivenza -dice il neo-iridato -. Io dovevo andare in fuga e fare da punto d’appoggio per Fuglsang, ma in effetti poi solo Mathieu Van der Poel e Matteo Trentin sono rientrati da dietro. Avevo male dappertutto, però quando negli ultimi chilometri si è staccato Moscon ho capito che avrei conquistato sicuramente una medaglia. A quel punto, allo sprint non ero favorito, però sapevo che i dolori sarebbero andati via e che dovevo giocarmi il tutto per tutto. Dopo sei ore e mezza di gara, in uno sprint ristretto può succedere qualsiasi cosa». È successo qualcosa che Trentin e lo stesso Pedersen non si immaginavano. È successo qualcosa di incredibile, che accomuna due protagonisti di un mondiale bellissimo. Sono le facce della stessa medaglia: una d’argento, l’altra d’oro.
da tuttoBICI di ottobre
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