È un’arca di Noè, ma letteraria. È un’isola delle Galapagos, ma cartacea. È un orto dei Kew Gardens, ma librario. Trentacinquemila titoli, oltre quarantamila libri: di seconda, terza, decima mano, del ventunesimo, ventesimo, diciannovesimo secolo, dall’arte alla filosofia, dalla musica allo sport. È il SalvaLibro.
Scova e rintraccia, riceve e ospita, rilancia e trasmette. Un po’ centro di accoglienza e un po’ di smistamento, un po’ luogo di culto e un po’ di meditazione, un po’ punto di riferimento e un po’ di vista. C’è chi entra per curiosità e chi per interesse, chi per filologia e chi per patologia, chi in fuga e chi all’inseguimento. C’è chi entra e, almeno spiritualmente, non ne esce più. È il SalvaLibro.
Nato nel 2008, è un insospettabile paradiso bibliotecario a Foligno (via Gentile da Foligno 80, tel. 0742/352664, info@ilsalvalibro.com, da lunedì a sabato, ore 9.30-13.30 e 15.30-19.30), che Danilo Galli e Giovanni Moscati reggono secondo il dogma “un buon libro può invecchiare ma non morire”. Dall’usato a buon prezzo alla rarità per l’amatore, qui si naviga a vista di pagina.
I libri sono vascelli imbottiti di racconti o leggende, zattere battenti cataloghi o manuali, bottiglie contenenti poesie o fumetti. “I libri – spiega Galli – sono totem e tabù, verità rivelate e oggetti sconosciuti, tutto e il contrario di tutto. E in un’epoca dominata dalla non lettura, a cominciare da quella della comunicazione affidata ai telefonini, i libri possono anche essere considerati una follia”.
Qui, spulciando, si può scoprire un saggio di Luigi Gianoli. Qui, scartabellando, un romanzo di Gianni Brera. Qui, scavando, un’opera di Giovanni Arpino. Si pedala dal ciclismo all’atletica, si salta dall’atletica al nuoto, ci si tuffa dal nuoto all’alpinismo. “Molto dipende dalle acquisizioni – dice Galli -. Non compriamo soltanto libri, ma intere biblioteche. E così la nostra offerta, improvvisamente, si trasforma”.
Insomma, qui si entra con il rischio di perdere la testa e anche il senso del tempo e da qui si esce con la certezza che qualcosa di imprevisto, ignoto, illuminante ha provocato un richiamo irresistibile. E si sale sull’arca di Noè, ma letteraria, o si approda a un’isola delle Galapagos, ma cartacea, o si accede in un orto dei Kew Gardens, ma librario.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.