Remì CAVAGNA. 10. Davide Bramati è da anni che mi dice che questo ragazzo ha un talento indiscutibile, oggi si è palesato al mondo con una vittoria di classe pura. Per il 24enne transalpino è il primo successo in un Grande Giro, e non sono un mago se prevedo che non sarà l’ultimo. Entra nella fuga di giornata e poi spicca il volo a 25 chilometri dall’arrivo. Vento contro? Problemi per gli altri, non per il dolce Remì.
DECEUNINCK Quick-Step. 10. Arrivano alla Vuelta senza un uomo classifica, ma ne hanno tanti che possono fare classifica tutti i santi giorni. Sono così: una macchina da guerra. Una slot-machine che regala vittorie senza soluzione di continuità. Quarta vittoria in questo Giro di Spagna. La contabilità è pazzesca: in stagione sono già 61. Ne mancano ancora 13 per superare il record di un anno fa. Non è facile, ma sono la Deceuninck.
Sam BENNETT. 9. Se non ci fosse là davanti Cavagna, sarebbe il suo giorno. Nonostante molti pensino e dicano che quel traguardo tutto all’insù e in pavé non sia per lui. Invece l’irlandese, con due vittorie all’attivo in questa Vuelta e tredici in stagione, lascia tutti sui pedali e a bocca aperta. Convince persino i dirigenti della Bora a rinnovare il contratto. A loro un bel 4: bravi, ma lentissimi.
Primoz ROGLIC. 7. Anche oggi la maglia rossa deve sudarsela. Prima la caduta a 66 chilometri dall’arrivo, dove ci rimette il compagno Tony Martin e subisce il proditorio attacco della Movistar. Poi il ventaglio a 30 chilometri dal traguardo, dal quale è l’unico dei big a restar fuori. Come già fatto in questa Vuelta, incassa e corre ai ripari con lucidità e temperamento da campione. Senza scomporsi più di tanto. In gruppo c’è già fin troppa elettricità, lui è l’immagine della calma. Della sicurezza.
MOVISTAR. 10. Sono perfetti, come sempre e più di sempre. Fanno le cose (corse) a tema libero. Per la serie: mi parli di quello che vuole. E loro fanno esattamente quello che vogliono anche oggi. Come se sull’ammiraglia ci fosse già Mister Google, dotato di intelligenza artificiale. Insomma, una macchina che va da sola, senza conducente. Ragazzi, pensatela come volete, ma questi sono troppo avanti.
Alejandro VALVERDE. 5. Confermo che i Movistar sono ormai una barzelletta: attaccano e non dovrebbero farlo, poi si pentono e polemizzano con l’organizzazione. Chiarisco che il fair play non l’ho mai sopportato, perché la corsa è corsa: quando c’è, ovviamente. I Movistar sono ridicoli perché non collegati. Temo che alle riunioni parlino di altro: non di ciclismo.
Miguel ANGEL LOPEZ. 4. Sclera come una zitella isterica, quando dovrebbero essere gli Astana a prendersela con lui per le sue continue cadute. Quando finalmente riuscirà a stare in piedi, ce lo comunichi via radio.