L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato recentemente la breve, ma molto interessante Risoluzione 63/2019 relativa alle ASD/SSD sul tema dell’attività commerciale e lo scopo di lucro, di frequente oggetto di contestazione in caso di verifica fiscale, in quanto viene spesso affermato che l’attività associativa effettuata applicando la Legge 398/1991 viene svolta con “modalità commerciali.”
L’Agenzia ha quindi effettuato le necessarie precisazioni affermando che un principio di grande rilevanza: “Il concetto di non lucratività non coincide necessariamente con quello di non commercialità. Infatti, mentre il carattere non commerciale dell’ente dipende dallo svolgimento in via esclusiva o prevalente di attività di impresa, l’assenza del fine di lucro implica invece un’espressa previsione statutaria che vincola la destinazione del patrimonio e degli utili di cui deve essere esclusa (anche in forma indiretta) la ripartizione.”
Da quanto indicato dall’Agenzia delle Entrate il presupposto per l’applicazione delle agevolazioni fiscali, tra cui la Legge 398/1991 per l’attività commerciale, è solamente l’assenza dello scopo di lucro e nulla osta all’applicazione di tale regime forfettario anche se l’attività commerciale dovesse essere prevalente rispetto all’attività istituzionale e non commerciale se si tratta di un’associazione sportiva, la quale di conseguenza non perderà la natura fiscale di ente non profit in base al dettato dell’art 149 TUIR (agevolazione non applicabile invece alle Società Sportive Dilettantistiche).
Per completezza ricordiamo che nel 2018 è stata pubblicata la rilevantissima Circolare 18/2018 che ha stabilito, con tutti i dubbi sulla valenza di un documento interpretativo rispetto alla Legge dello Stato, che esiste una differenza tra l’attività commerciale connessa e non connessa. Tale documento ha precisato cosa deve essere considerato connesso come ad esempio la cessione dell’attrezzatura sportiva, la gestione di un piccolo punto ristoro per soci, le sponsorizzazioni e cosa invece non è considerabile attività connessa quale a titolo esemplificativo l’organizzazione di corsi relativi a discipline sportive non riconosciute dal CONI, la gestione di una SPA all’interno dell’impianto sportivo, la gestione di un ristorante anche se riservato a soci e così via.
Rimandiamo alla Circolare o alla consulenza di un consulente in merito all’approfondimento di questo tema.
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