Jakob FULGSANG. 10. Ci salva il 34enne danese che ottiene con quella di oggi la quinta vittoria stagionale, la prima in un Grande Giro (in carriera, fino ad ora, aveva vinto solo due cronosquadre). Jakob vince e va a nobilitare con il suo successo una corsa ormai bloccata e scritta, salvo colpi di scena.
Tao GEOGHEGAN HART. 8. Si avvicina sempre di più al gradino più alto, ma anche oggi deve solo accontentarsi di un piazzamento: d’onore.
Luis Leon SANCHEZ. 7,5. Terzo al traguardo, in una tappa nella quale gli Astana si fanno vedere nel finale per poi monopolizzare il podio e l’ordine di arrivo.
Gianluca BRAMBILLA. 6,5. Si da un gran daffare, ha una voglia pazza di portarsi a casa una tappa, ma c’è sempre chi ha qualcosa più di lui. Arriva quinto, ma è già qualcosa.
Tadej POGACAR. 9. Corre da campione, su questo non ci sono dubbi. Testa e gambe sono sempre e costantemente allineati. Scatta Lopez e lui non perde un solo metro: talento.
Michel Angel LOPEZ. 7,5. Michelangelo cerca il colpo d’artista, ma alle sue spalle ha due maestri.
Primoz ROGLIC. 10. Sulla prima salita dà anche l’impressione di non essere in grandissima giornata, sull’ultima quando scatta Lopez e il solo Pogacar lo insegue, Primoz sembra pagare qualcosa. Invece ragiona, lascia fare, toglie qualche dente e rifiata in agilità. Nulla da dire: è il più forte.
Alejandro VALVERDE. 5,5. Vive la sua prima giornata no, e ci può stare. Lascia per strada 23”, poca cosa, prima del giorno di riposo. Prima del gran finale.
Geoffrey BOUCHARD. 8. Il 27enne corridore della Ag2r La Mondiale, strappa a Madrazo la maglia a pois di miglior scalatore. Questa sera lavoro straordinario per il maglificio Rosti, c’è da colorare le palline.
Angel MADRAZO. 6. Si butta nella mischia per provare a proteggere la maglia a pois, che è appesa ad un filo sottilissimo, ma alla fine si spezza. Madrazo fa lo smargiasso, ma ancora per poco.
Dario CATALDO. 7. Finale da paura: si mette in testa al gruppo e alza il ritmo prima dello scatto di Miguel Angel Lopez. Buonissima la sua prestazione in chiave Astana, ma soprattutto in chiave azzurra.
Nairo QUINTANA. 4. Sotto le accelerazioni di Cataldo, lui è il primo a cedere. È lunedì, forse pensava fosse giorno di riposo.
Mikel BIZKARRA. 8. A venti chilometri dal traguardo il 30enne corridore basco resta senza sella. Così, per dirla con Fantozzi, il corridore della Euskadi procede pericolosamente alla bersagliera: in attesa di tornarsi a sedere, alla “Trattoria al Curvone”.
Esteban CHAVEZ. 4. Il Colibrì continua a sorridere, e questo non può che farci piacere, ma non tiene più una salita. Non è più lui. Prima volava, adesso è semplicemente volato via.
Wladiir BELLI. 6--. L’uomo dei numeri prova a far concorrenza non solo a Riccardo Magrini, ma direttamente all’Accademia della Crusca. Nel tentativo ardito ma pur meritevole di spiegare che la Vuelta non è finita, ricorda che nel ciclismo può succedere di tutto, dall’oggi al domani. Simon Yates che in un sol giorno perde il Giro, così come lo “sguaragnao” di Tom Dumoulin. Peccato che l’olandese finito nei campi a causa di un improvviso “sguaragnao” quel Giro l’abbia in ogni caso vinto.