Tadej POGACAR. 10 e lode. Non ha solo gambe e motore, ma tanta testa e tanta classe. Corre da campione, senza sprecare una stilla di energia. Lascia fare agli altri, soprattutto a Quintana, prima dello scatto decisivo. Pazzesco “Pikachu”: non vincerà la Vuelta, ma già quest’anno ci arriverà vicino. E poi i conti li dovranno fare anche con lui: con questo ragazzo sloveno scoperto da Beppe Saronni (voto 8).
Nairo QUINTANA. 8. Alla fine si porta a casa un secondo posto e quel che più conta la rossa del primo nella generale. Se poi questa sera avesse anche la forza perlomeno di mandare a quel paese Soler, il suo voto salirebbe perlomeno di due punti.
Primoz ROGLIC. 9. Finisce in mezzo ad una tempesta, prima del temporale. Finisce in mezzo, in un tutti contro tutti, dove i Movistar sono quelli che se le suonano più degli altri come tra ubriachi (eppure viene giù solo acqua). Lo sloveno lascia fare, non si fa prendere dalla smania di chiudere, va su con il suo passo, che poi si rivelerà buonissimo. È sempre lì, a soli 6” dalla rossa, prima di martedì, quando nella crono avrà il verde per sorpassare di slancio tutti. E se vede rosso lui…
Alejandro VALVERDE. 8. Al campione del mondo puoi dire veramente poco: c’è sempre e a 39 anni fa cose eccezionali.
Miguel Angel LOPEZ. 6,5. Alla fine limita i danni, con tutte le forze, dopo essere finito gambe per aria nel tratto in sterrato. È chiaro che la sfortuna è sempre in agguato, ma è altrettanto vero che il colombiano troppo spesso finisce a terra o soffre di amnesie.
Sergio HIGUITA. 7. Ha solo 22 anni, ma il colombiano della EF ha stoffa e anche oggi lo fa vedere.
Wilko KELDERMAN. 6,5. Il 28enne olandese fa una prova senza lode e senza infamia, probabilmente in linea con la condizione che ha.
Marc SOLER. 2. È l’uomo del giorno, nonché l’uomo immagine della Movistar in una giornata da dimenticare (anche se sono in rosso con Quintana). Fanno tutto e il contrario di tutto. Sembra che in ammiraglia ci sia Oronzo Canà, che con la scusa di non dare punti di riferimento, manda in confusione tutta la squadra. Il 25enne scalatore spagnolo ad un certo punto si avvantaggia quando alle sue spalle c’è Quintana da aiutare, ma lui non ne vuole sapere di rallentare per dare una mano. Scuote ripetutamente e platealmente il capo, come a rifiutare l’ordine di scuderia. Scuote la testa, non ne vuole sapere, e ad un certo punto - in favore di telecamera – arriva anche ad inviare un bellissimo vaffa. Spettacolo raccapricciante quanto esilarante, che neanche Giorgione Chinaglia con il Ct Valcareggi. E pensare che c’è qualcuno che dice che questo sia professionismo. Una cosa è certa: nonostante la pioggia torrenziale, il nostro Marc deve aver preso un bel colpo di Soler.
Fabio ARU. 4. È chiaro che c’è qualcosa che non va. Le botte rimediate nella caduta della cronosquadre? Un Tour corso a tutta nonostante una condizione così così per cercare disperatamente di restare nella top 15? Una cosa è certa, staccarsi a metà tappa non è da Fabio. Arriva 143° a 32’25” dal suo compagno di squadra Pogacar: qualcosa non va.