Angel MADRAZO. 10 e lode. Conquista il Mont Ventoux di Spagna. E’ lui, questo ragazzo 31enne di Santander a domare la strada che porta all’Osservatorio astrofisico di Javalambre, primo degli otto arrivi in salita di questa Vuelta numero 74. Fa un numero Madrazo, lui che con i numeri e i chilometri ha confidenza: dopo cinque tappe il corridore della Burgos-BH ha già coperto in fuga 454 km ed è lui a guidare la classifica dei gpm e dei più combattivi. «Cosa penso? A quello che potrebbero aver detto chi era a casa davanti alla tivù: chissà dove vanno quei tre stupidi ragazzi…”». In verità gli stupidi erano sulla sua ammiraglia, ma questo è tutto un altro discorso…
FSA K-FORCE WE. 11. L’azienda italiana di componentistica festeggia un primo e secondo posto sul primo traguardo di montagna di un Grande Giro. Un piccolo grande miracolo italiano con un gruppo elettronico a 11 velocità che oggi ha celebrato il primo successo in una grande corsa a tappe. È facile che a Busnago, alle porte di Milano, si sia stappato qualche buon spumante o prosecco italiano. È facile immaginare che Claudio Marra, Maurizio Bellin e tutta la squadra FSA abbiano vissuto un momento di grande emozione da far girare la testa. A loro modo, tenendo i piedi ben saldi per terra, per un momento, con il loro MadRAZZO sono andati sulla luna.
Jetse BOL. 9. Tutto il giorno in fuga appassionatamente, alla fine il 29enne olandese è secondo alle spalle del compagno Madrazo, ma la sua gara vale quanto una vittoria.
Jose HERRADA. 9. È uno dei “tre stupidi” che fanno scemi gli altri: grande.
Team BURGOS-BH. 2. Manca clamorosamente lo “strike”. Ne ha solo tre davanti, di cui due suoi, e non riesce minimamente a mandarne gambe per aria nemmeno uno. A parte la facile ironia e gli scherzi, anche se c’è ben poco da scherzare, l’ammiraglia della Burgos-BH fa davvero una manovra assassina al limite della follia. Strada che tende a salire, velocità ridotta, solo tre corridori, ma ad un certo punto l’ammiraglia sbanda e per poco non ne manda uno per angolo. Fuori strada finiscono il Cofidis José Herrada e il Burgos-BH Jetse Bol. Per il resto solo un po’ di paura e una figura barbina. Premio Fantozzi.
Miguel Angel LOPEZ. 8. Due accelerazioni, la seconda letale, per andarsi a prendere la maglia. Per prendersi la Vuelta ci vuole certamente qualcosa di più. Ma c’è tempo…
Alejandro VALVERDE. 8. Ha 39 anni e resto incantato da questo corridore che rasenta la perfezione e l’eternità.
Primoz ROGLIC. 7. Corre bene, supportato da una squadra super (Sepp KUSS, 24 anni è un portento: voto 8,5). Se resta lì, senza farsi trascinare troppo dalla foga e dall’agonismo, i problemi sono degli altri.
Tadej POGACAR. 8. Ha solo 20 anni, e la UAE, nella giornata no di Fabio Aru (voto 4) ha di che sorridere. Ha talento da vendere, vediamo se ha anche tenuta.
Nairo QUINTANA. 5. Nel primo vero arrivo di montagna, fa quello che può: non tantissimo.
Esteban CHAVES. 5. È sempre lì pronto a tornare, ma non torna. Resta là: in fondo.
Rigoberto URAN. 5. Soffre, tantissimo. Siamo solo ad inizio Vuelta, ma sembrano già tutti maledettamente in riserva.
Davide FORMOLO. 6. Il campione d’Italia è qui per le tappe, ma intanto resta anche là, per la classifica. Perde qualcosa, ma non un’eternità, ed è il primo degli italiani: 12° a 1’58".
Riccardo MAGRINI. 2. Due come gli anni passati da quello spaventoso 28 agosto 2017, giorno in cui l’ex prof nonché voce tecnica di Eurosport con Luca Gregorio (voto 8, per entrambi) si sentì male e provvidenziale fu il massaggio cardiaco del collega di Sky Sport Lucio Rizzica. Sono già passati due anni... che bello.