L’ultimo giro d’Italia l’ha fatto domenica, da Taormina a Paladina. Un lungo e interminabile viaggio che ha unito l’Italia, la sua Italia, quella che Felice Gimondi ha profondamente amato e ha reso grande con le sue vittorie a cavallo degli anni Sessanta/Settanta. Un ultimo e discreto Giro d’Italia da Sud a Nord, come a ringraziare un Paese che l’ha profondamente amato.
Tantissime le persone che questa mattina hanno voluto salutare questo gigante del nostro sport, che non si è mai considerato tale. Tante persone di Paladina, che lo conoscevano e gli hanno voluto bene. Tantissime personalità del mondo dello sport: il suo mondo. Da Beppe Saronni a Francesco Moser, per passare allo storico compagno di squadra nonché direttore sportivo Giancarlo Ferretti e arrivare al numero uno della nostra Federazione e vice presidente dell’Uci Renato Di Rocco. Con lui anche il vice presidente Federale Michele Gamba e il Ct Davide Cassani, oltre a Cordiano Dagnoni, presidente regionale lombardo e Claudio Mologni presidente provinciale.
E poi tanti nomi, tanti volti, tante storie: Paolo Savoldelli, Ivan Gotti, Moreno Argentin, i fratelli Baronchelli e Claudio Corti, Davide Boifava e l’amico di una vita Gianluigi Stanga con Marino Vigna, Faustino Coppi e Giovanni Battaglin. E poi anche Marino Basso e Dino Zandegú con Michele Dancelli e Franco Bitossi. I “ragazzi” della Bergamasca Turbo Guerini e Paolo Tiralongo (che era in Sicilia lo scorso venerdì quando Felice si è sentito male ai Giardini Naxos, e si è subito messo a disposizione di Tiziana e delle figlie Norma e Federica). Presenti anche Ercole Baldini e Roberto Poggiali, Alessandro ed Ennio Vanotti, Marino Basso e Michele Dancelli. L’amico-nemico di una vita Gianni Motta, Ercole Gualazzini, Aldo Moser e Diego Moser. Serge Parsani e Osvaldo Bettoni, con Maurizio Fondriest, Giovanni Bettineschi, Marco Serpellini, Gibo Simoni e Beppe Manenti, Guido e Fabrizio Bontempi, Marco Belotti e Johnny Carera, per arrivare a Wladimir Belli, Gianfranco Baraldi e Lara Magoni (assessore allo Sport della Regione Lombardia), oltre al sindaco di Bergamo Giorgio Gori e ai sindaci di tanti comuni della Bergamasca, Ivano Fanini, mamma Tonina e papà Paolo Pantani.
Con loro Domenico Garbelli e l’ex Ct Edoardo Gregori. Dario Acquaroli, Massimo Ghirotto e Silvio Martinello, Adriano Baffi e Marco Saligari. Ugo e Danilo De Rosa, Alberto Masi, con Pietro Rosino Santini, l'amico di una vita. E poi ancora Danilo Gioia, Attilio Rota e Alvaro Crespi, Chiara Teocchi, Nadir Colledani, Marco Torriani e Stefano Allocchio.
La bara del campione di Sedrina, residente da anni a Paladina, è stata portata a spalla dall'abitazione di Gimondi fino in Chiesa dove è stata celebrata la funzione funebre. La Chiesa era piena di gente, fuori ancora di più. A celebrare il funerale nella chiesa parrocchiale del piccolo paese in cui Gimondi viveva con la moglie Tiziana sono in rappresentanza del vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi il vicario generale della diocesi di Bergamo, monsignor Davide Pelucchi, che concelebra insieme al parroco di Paladina, don Vittorio Rossi, a monsignor Mansueto Callioni, parroco di Almè e guida spirituale della famiglia Gimondi e ad altri sei sacerdoti, oltre ai padri Giuseppini.
«Oggi abbiamo bisogno di fare memoria: ciascuno di noi potrebbe ricordare uno, dieci cento episodi in cui Gimondi è entrato nella nostra vita, per dirgli grazie delle sue vittorie di campione, che infondevano coraggio, orgoglio e gioia anche agli italiani che erano all'estero a lavorare come boscaioli in Savoia o minatori in Belgio» ha detto con voce commossa monsignor Mansueto Callioni nell'omelia. «Ma grazie lo diciamo non solo per le tue vittorie - ha aggiunto il sacerdote -, ma anche per le tue sconfitte da campione: ci hai insegnato a lottare sempre, a non cedere mai e a non arrenderci mai, perché nella vita non si può sempre vincere. Ora siamo qui a pregare per te, Felice e la tua famiglia, ma anche per tutti noi, per chiedere al Signore il conforto alla nostra sofferenza e la luce a tanti nostri interrogativi oscuri: perché Lui ci illumini attraverso la sua Parola».
Tanti gli amici di Felice, davvero tanti. Mirco Gualdi, Gianluca Valoti, Rossella Di Leo e Antonio Bevilacqua, Gianni Sommariva. Tra le rose bianche è spuntato anche un cartello: "Felice, salutaci Marco Pantani".
Ancora Monsignor Mansueto Callioni: «Sentiamo il bisogno di stare in silenzio, per stare vicino ai familiari e condividere il loro dolore. Felice Gimondi è stato un campione che ha ricercato nella sua vita i valori di sempre: la famiglia, il lavoro, la fede nei semplici. Ha ricercato le virtù della costanza, della tenacia, dell’onestà, della prudenza, della fedeltà».
Poi tanta preghiera e musica: in un silenzio irreale salgono le note di Ennio Morricone, che tanto piaceva a Felice e Tiziana. Un violino, la voce di una corista che entra nel cuore. Esce Felice tra gli applausi. Qualcuno grida ancora «Vai Felice!». Oggi nessuno in verità lo è, ma quanto amore...
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