Sono templi, santuari, cappelle. Sono anche garage, scantinati, soffitte. Sono saloni, capannoni, padiglioni. Sono anche cripte, covi, asili. Sono luoghi di culto pagano, laico, meccanico. Sono i musei del ciclismo: collezioni private a visione del pubblico e collezioni pubbliche a disposizione dei privati. Guardare, ma non toccare. Sognare, ma non cavalcare. Immaginare, ma non pedalare. Si tratta sempre di piccole regine, anziane signore, romantiche leggende a due ruote.
Franco Bortuzzo e Beppe Conti sono partiti da venti musei o collezioni di biciclette, da lì hanno descritto venti itinerari ciclistici, e così hanno costruito “L’Italia delle biciclette” (Graphot, 168 pagine, 16,50 euro). Il Museo di casa Coppi, il Museo dei Campionissimi e il Museo di Alessandria in Piemonte; il Museo di Luciano Berruti in Liguria; il Museo di Alfredo Binda, il Museo del Ghisallo, il Museo di Tino Sama, il Museo di Colnago e le Collezioni Azzini in Lombardia; la Ciclocollection e il Museo di Moser in Trentino; il Museo Nicolis, il Museo di Salcedo, il Museo Toni Bevilacqua, il Museo Alto Livenza e il Museo Toni Pessot in Veneto; il Museo di Ercole Baldini e lo Spazio Pantani in Emilia-Romagna; il Museo di Gino Bartali e il Museo Pasquale Morini in Toscana. E non è tutto. Poi sono stati individuati altri quindici musei minori, più una serie crescente di cycle café e una lista di ciclostoriche, nonché mostre-scambio di bici. Un mosaico di telai, un puzzle di esemplari più unici che rari, un caleidoscopio di passione fatta a pezzi storici.
In casi come questo, si rischia sempre di dimenticare qualcosa e qualcuno. Per esempio la straordinaria collezione di Giorgio Cimurri a Reggio Emilia, o l’affettuoso patrimonio di Renato Bulfon a Mortegliano, o la ricca eredità della Giacobazzi a Nonantola, o l’archivio storico di Marco Paoletti a Firenze, o l’antico mondo dei fratelli Renosto a Badoere… La verità è che l’Italia è un immenso arcipelago di piccole isole di tesori a due ruote. E le biciclette, anche immobili, anche pensionate, continuano a raccontare i loro viaggi, le loro tappe, le loro storie di corse e corridori.
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