Nairo QUINTANA. 10. Ad un certo punto sembra pronto per far saltare il banco, alla fine ci dà una gran bella scossa e lui in parte si riabilita. Questa mattina era 12° a 9’30” dalla maglia gialla, adesso è risalito in 7° posizione a 3’54”. Sui Pirenei sembrava un pollo, oggi torna aquila. Vince una bellissima frazione, il tappone alpino di un Tour bello, intenso e spettacolare. Ma ora se è davvero aquila, deve provare ancora ad attaccare. È nella posizione migliore, quella di tutto o niente, perché niente ha da perdere. Deve provare a vincere: e a volare alto.
Romain BARDET. 8. Cosa gli puoi dire? Che si è fatto andare via Quintana, certo, ma fa una grandissima corsa. Anche lui va in cerca di qualcosa, soprattutto di se stesso. Trova tante cose in questa tappa: una discreta condizione, tanta motivazione e una maglia a pois che vale comunque qualcosa, perché qui non regala niente nessuno.
Alexey LUTSENKO. 7,5. Tosto il kazako della Astana. Tosto e concreto come pochi. Non è tipo sparagnino, ma che si mette in gioco e rischia. Porta a casa un terzo posto, ma questi piazzamenti hanno sempre un valore particolare.
Lennard KAMNA. 8. Il giovane tedesco è una delle grandi sorprese di questo Tour de France. Paga qualcosa nel finale, ma questo ragazzo non è un refuso Kmna per cammina: anche perché corre. E come corre.
Damiano CARUSO. 8. Il siciliano si butta nella mischia e contribuisce a rendere questa tappa una battaglia. Passa per primo sull’Izoard, e con i punti raccolti quest’oggi rientra prepotentemente in classifica per la classifica degli scalatori. Ora al comando c’è Bardet con 86 punti, appena dietro Tim Wellems a 74 e il siciliano della Bahrain è terzo con 60 punti. Insomma, tutto è aperto.
Egan BERNAL. 8. Parte quando gli danno l’ordine di partire, e lui a quel punto fa quel che può: mettere in mezzo Alaphilippe e guadagnare il più possibile. Riesce a portare a casa una trentina di secondi, ma il lavoro di demolizione è arrivato oggi e va ultimato.
Thibaut PINOT. 6. Si difende, ma non è bello, soffre il caldo e il grande ritmo imposto, non è quello visto e ammirato sui Pirenei. Ci si aspetta l’attacco, ma è bravo a difendersi.
Geraint THOMAS. 7. Lui e il team Ineos (voto 8), finiscono sul banco degli imputati secondo me senza motivo. Hanno due pedine fondamentali e devono cercare di mettere in crisi Giuliano. Prima parte il ragazzo e fa il vuoto, poi parte il capitano e si porta dietro qualcuno, ma non la maglia gialla, che perde contatto dai migliori. C’è solo un problema: Giuliano recupera come un drago in discesa, e anche Egan da quel momento in poi non guadagna più nulla sulla maglia gialla. Non sono polli gli Ineos, è stato fenomenale Julian.
Julian ALAPHILIPPE. 10 e lode. Incredibile, tiene la maglia gialla al termine anche del tappone alpino: questa è la vera notizia. È lui il vero vincitore di giornata. Nel finale è lì attaccato al manubrio intento in una strenua difesa. Ad ogni tornante è una volata, per rientrare: non so come si possa arrivare a tanto. In discesa si butta giù come un drago a tomba aperta, dovrebbe essere morto per la fatica, è il più lucido di tutti. Ma tutti tutti.
Mikel LANDA. 6. Resta lì, nel gruppo maglia gialla, ma le fatiche del Giro si fanno sentire e oggi, nonostante una Movistar arrembante e minacciosa, lui resta passivo: e controlla.
Fabio ARU. 7. Sappiamo da dove è partito e come è partito: lo vedo lì, con i migliori. E cara grazia che c’è lui…
Daniel MARTIN. 4. Il Martin Feldman del ciclismo salta ben presto per aria e arriva a quasi mezzora dai primi. Doveva fare la classifica.
Julien BERNARD. 8. Figlio d’arte, nonché figlio di uno dei corridori più attesi e sopravvalutati di Francia, che rese bene, ma non benissimo. Se ne parlava come l’erede designato di Bernard Hinault, ora l’erede si spera sia meglio di papà.
Tony MARTIN e Luke ROWE. 5. Il corridore della Jumbo Visma, e il sodale del Team Ineos, sono andati a casa. Dopo i fatti di ieri, dove in corsa sono arrivati quasi alle mani, sono stati entrambi espulsi. Ve lo avevo segnalato immediatamente: il fallo di reazione di Martin era evidente. Ma di fallo di reazione si deve essere trattato. Perché mi sembra strano che il 34enne corridore tedesco di punto in bianco abbia più volte cercato di gettare per le terre il 29enne britannico senza una provocazione, un fatto scatenante. Detto questo, la giuria (voto 7) molto probabilmente era in possesso di elementi di chiara evidenza: su questo non si discute. Francamente, mi sembra esagerato il provvedimento, anche se il non aver chiuso gli occhi è già tanta roba. Si parla tanto della sicurezza dei corridori, e questo provvedimento va nella giusta direzione. Mi sarebbe però piaciuta almeno una ammonizione qualche giorno fa per Warren Barguil, reo confesso di aver gettato fuori strada Mikel Landa, che quel giorno ha perso più di due minuti. Non l’ha fatto apposta, ma l’ha fatto e l’ha ammesso…