Caleb EWAN. 10. Esemplare. Esplosivo come pochi. Trafigge tutti danzando sui pedali, con agilità, potenza e colpo d’occhio. C’è poco da dire. Il folletto australiano porta a due le sue vittorie di tappa (vittoria stagionale numero 8): è chiaramente e inequivocabilmente il migliore.
Elia VIVIANI. 7. Chi sogghignava per averlo visto tirare nella tappa dell’altro ieri - come a dire: ma chi è Superman che tira anche in salita? – è servito. Elia tira perché la squadra è squadra. E lo spirito delle formazioni di Lefevre è questo. Poi però la fatica si paga. Le gambe sono pesanti, imbastite: manca brillantezza. Quello che dai prima, non ce l’hai dopo. Non è un Superman, ma molto più semplicemente un uomo. Ed Elia lo è per davvero: anche nella sconfitta.
Dylan GROENEWEGEN. 5. È chiaramente la grande delusione degli uomini jet di questo Tour. Alla vigilia della Grande Boucle era l’uomo più accreditato e atteso. Anche qui disattende le attese.
Peter SAGAN. 7. Lui c’è e si fa vedere sempre. Sprinta e raccoglie punti. Ma chi lo ferma.
Niccolò BONIFAZIO. 6. Si ributta nella mischia e ottiene un incoraggiante 5° posto. Non sarà un granché, ma intanto è lì.
Michael MATTHEWS. 5,5. Ha esperienza e talento, ma anche oggi non li mette in mostra.
Matteo TRENTIN. 6. Non è chiaramente un arrivo che gli si addice, adatto alle sue caratteristiche, ma lui se c’è da fare la volata la fa sempre: comunque vada.
Alexander KRISTOFF. 4. Il potente corridore norvegese non c’è. ‘Gna fa.
Andrea PASQUALON. 6,5. Uno sprint nella top ten per il 31enne ragazzo della Wanty Gobert che a 20 chilometri dall’arrivo finisce anche gambe per aria per una borraccia carogna che gli finisce in mezzo alle ruote. Si rialza, insegue e sprinta. Tosto il ragazzo.
Sonny COLBRELLI. 5,5. Fa quello che può, ma non gli sono sufficienti volontà e la voglia.
Nairo QUINTANA. 5. Perde anche oggi 1’02”. La sua Movistar punta alla classifica a squadre (hanno mezzora di vantaggio sulla Trek Segafredo), ma il suo atteggiamento non fa sicuramente piacere a Eusebio Unzue.
Kasper ASGREEN. 8. Ai – 15 va in testa al gruppo e con il vento in faccia comincia a tirare come un ossesso.
Geraint THOMAS. 5,5. Ancora una volta a terra, in maniera strana. Andate a rivedere il filmato che abbiamo pubblicato, guadatelo con attenzione: non è disattenzione, ma qualcosa di diverso. Il gallese pare essere tamponato (forse); sicuramente disarcionato, catapultato via dal suo mezzo. Non è una bella caduta, come non è bello continuare a cadere. Sicuramente non è un buon segno...
Jakob FUGLSANG. 6. Cade e si ferma, quasi scusandosi con i compagni. Tour sfortunato tutto in salita, a causa di una brutta caduta subito in avvio nel corso della prima tappa di Bruxelles. Oggi un nuovo scivolone, che lo mette ko: si pensa ad una frattura della mano, poi esclusa dagli esami. Lascia da 9° in classifica, quando è a 5’23” dalla maglia gialla. Alza bandiera bianca, in segno di resa. Il voto è per il suo Tour fin qui: sfortunato e doloroso.
Stéphane ROSSETTO. 8. La maglia è rossa e lui dall’inizio è indiavolato. Il 32enne corridore della Cofidis non si dà pace e, soprattutto, non si risparmia. Via a tutta appena può. Insegue il numero rosso, quello di Parigi. Corre per una società che fa “credito a distanza”: è forse convinto che più va in fuga e percorre lunghe distanze, più guadagna?
Paul OURSELIN. 8. Il 25enne portacolori della Total Direct Energie, parte con Rossetto della Cofidis, Wisniowski della CCC, Gougeard della AG2r e Bak della Dimesion Data. Si fanno tutti e cinque una bella gita attorno a Nimes, a questa fantastica città dell’Occitania nel sud della Francia. Un giro attorno alla Roma francese, una delle città più fiorenti delle Gallie. Una vera e propria gita fuoriporta, intonando un motivetto a noi caro: l’Ourselin de la comare…
Alexis GOUGEARD. 7. Il 26enne ragazzo dell’Ag2r sale sul podio per ritirare il numero rosso. Perché? Avrà tirato più degli altri quattro. Oppure è un premio per un team che se aspetta che Bardet vada sul podio si fa notte.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.