Un applauso. Lo merita Romain Bardet per l’onestà con cui analizza il suo Tour de France, per come ci ha messo la faccia sulle strade e per come ce la metterà sicuramente nei prossimi giorni.
«Non voglio essere solo spettatore di questo Tour - ha spiegato il capitano della AG2r nel giorno di riposo - e mi resta una settimana per dare tutto. Poi avrò sei mesi per rispondere alle domande che inevitabilmente mi sono posto e ai rimpianti che ho: cosa non ha funzionato nella preparazione? perché le mie gambe non rispondono?».
E ancora: «È evidente, non mi aspettavo quel che sta accadendo. Questo è uno sport duro, lo spappiamo. E guardate quello che sta vivendo Nibali, uno dei corridori più grandi dei tempi moderni. Tutto quello in cui credevo è andato in frantumi, ma ora voglio arrivare sabato a Val-Thorens con il serbatoio vuoto e la certezza di aver dato tutto. Poi farò degli esami, è ovvio, perché non è normale avere un rendimento così basso con tutto il lavoro che ho svolto».
Bardet è chiaro anche sul futuro: «L’appoggio della squadra mi ha salvato e mi ha commosso, ma è chiaro che qualcosa deve cambiare. Da troppi anni, evidentemente, seguo lo stesso schema di lavoro. Ci riuniremo con i tecnici e lo sponsor, ognuno porterà le sue idee e ci confronteremo, anche se personalmente io ho già le idee chiare. Non entro nei dettagli ma sicuramente devo uscire dalla bambagia in cui mi sono trovato avvolto e che ha finito per trasformare il lavoro quotidiano in routine. Deve cambiare qualcosa anche nella mia perosonalità,nel mio approccio al ciclismo».
Per chiudere, una battuta sul pronostico: «Chi vincerà il Tour? Pinot. È bello vedere che quello che ha preparato con la sua squadra funziona benissimo. Hanno lavorato in silenzio e questo ha pagato. Ed oggi è nell’ordine delle cose che vinca il Tour. In ogni caso, stiamo assistendo a una corsa bellissima che sulle Alpi ci regalerà ancora tante sorprese».
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