Simon YATES. 10. Si mette nella posizione più difficile. Prima della volata e dopo. Prima della volata, sull’ultima salita, va a riprendere Matteo Trentin con a ruota con Gregor Mühlberger. Ha l’obbligo di vincere. Prima di partire, affronta la curva finale e parte vento in faccia. Fa tutto giusto, con assoluta naturalezza e alla fine i conti tornano: diciassette in carriera, tre in stagione, 24 per la Mitchelton Scott. Per il britannico una tappa al Tour per completare la collezione in tutti i tre Grandi Giri. Insomma, una buona giornata.
Pello BILBAO. 7. Ha l’occasione di portarsi a casa una tappa del Tour, ma arriva allo sprint con le gambe molli.
Gregor MUHLBERGER. 7. È corridore tenace ed esplosivo, ma allo sprint a tre arriva con le polveri bagnate.
Fabio FELLINE. 7. Tappa corsa alla morte fin dal mattino (prima ora a 50 km/h), lui entra nelle fuga e ottiene un ottimo 5° posto di tappa che non è molto, ma tanto.
Matteo TRENTIN. 9. Corridore di spessore e classe. Simbolo di agonismo, intelligenza: soprattutto di signorilità. Oggi fa un corsone d’attacco. Sempre là nelle posizioni di avanguardia, poi lascia strada a Simon Yates, che traduce in vittoria una tappa di grande fatica. Arriva all’arrivo 6°: ma a lui va giustamente il numero rosso di combattivo di giornata. Più che meritato.
Julian ALAPHILIPPE. 8. Corsa di velocità e fatica. Si bevono tutti 210 km in un amen, arrivando in perfetto orario con la media più alta (42 orari). Giuliano si tiene stretta la maglia gialla per settimo giorno (quarto consecutivo). E domani, dovrà essere molto bravo per provare a difendere 1’12” da Geraint Thomas nella crono di Pau. Non è cosa semplice, ma Giuliano ce la può fare a difendere la maglia gialla che domani festeggerà i 100 anni: tenerla avrebbe un significato ancor più speciale.
Giulio CICCONE. 8. L’abruzzese, scorticato e livido, non solo parte, ma arriva, nel gruppo maglia gialla.
Vincenzo NIBALI. 6. Anche lui parte questa mattina in condizioni non buonissime: problemi di stomaco. Digestione lenta: perde quasi 20’, ma resta in corsa.
Rohan DENNIS. 4. Si ritira improvvisamente e improvvisamente ci accorgiamo che era in corsa.
Giacomo NIZZOLO. 10. ‘gna fa. Tutti preoccupati per il ginocchio di Ciccone, ma forse quello messo peggio era proprio Giacomino. Parte e ci prova, come sempre, come ogni corridore che si rispetti. Poi la strada comincia a salire e lui scende di bicicletta, gesto tutt’altro che banale. Fatica a scendere, fatica a salire in ammiraglia. Zoppica in maniera evidente: le gambe non tengono e fanno giacomo giacomo.
Mandela DAY. 10. La Dimension Data for Qhubeka ha celebrato oggi il Mandela Day: tutte le bici avevano il nastro manubrio, la catena e le borracce arancioni con le parole ispiratrici di Mandela e il logo Laureus Sport for Good Foundation. Il ciclismo è sport che non dimentica, il Tour è il palcoscenico ideale per ricordare.
Fabio CASARTELLI. 24. Era il 18 di luglio come oggi, ventiquattro anni fa. Lungo la discesa del Portet-d’Aspet, Fabio cade e perde la vita picchiando violentemente la testa per terra. Era un ragazzo di talento, educato e perbene. Campione olimpico su strada a Barcellona. Era un nostro amico, era un mio amico: mi manca.
Gino BARTALI. 100. Il 18 luglio del 1914 il grande Gino Bartali viene al mondo. Ma nella storia di questo immenso campione e uomo, il 18 luglio del 1949, ha un signifucato particolare. Settant’anni fa contribuisce a scrivere una delle pagine più belle della storia del ciclismo di tutti i tempi. Si corre la 16^ tappa da Cannes a Briançon ed è qui che, dopo le schermaglie iniziali, Bartali parte all'attacco. Coppi lo insegue e lo aggancia sull'Izoard. Avete presente quella foto che oramai fa parte dell’iconografica ciclistica di tutti i tempi? Coppi davanti a Bartali, sulla montagna incantata, e sullo sfondo l’infinito: come questi due immensi corridori. Era un 18 luglio… Al traguardo di Briançon vince Bartali, Coppi non tenta nemmeno la volata: è il 35esimo compleanno di Gino ed il corridore toscano lo festeggia indossando la maglia gialla. In classifica generale ha un vantaggio di 1'22" su Coppi, 1'24" su Marinelli e 1'28" su Magni: qualcosa di incredibile se consideriamo il distacco oceanico dopo la maledetta caduta di Coppi ad inizio Tour nei pressi di Saint-Malo. Il giorno dopo ad Aosta il Campionissimo vince e veste la maglia gialla. È trionfo. È soprattutto storia.