Elia Viviani mantiene il sangue freddo anche subito dopo il traguardo: «Ho avuto un momento difficile solo al Giro in questa stagione, ma sono tornato a casa e sono riuscito a staccare, concentrandomi su un nuovo obiettivo. Vincere una tappa al Tour era il grande obiettivo della stagione. Ho sbagliato la prima volata di Bruxelles, è stato un mio errore, ma una giornata come ieri ha cambiato marcia a tutto il team - ha spiegato l'ex campione d'Italia al suo nono centro il un Grande Giro -. Oggi eravamo concentrati per il finale, Morkov e Max Richeze hanno fatto un lavoro strepitoso, io ero concentrato a restare solo alla ruota di Richeze. Quando è partito Kristoff per anticipare, Max mi ha aperto la porta alle transenne e non mi sono più fermato».
Lungo l'elenco delle dediche: «In Italia, la dedica è per Elena e la mia famiglia, perché sono loro che condividono con me le gioie e i dolori, le fatiche e mi danno la forza per raggiungere questi traguardi. Mamma e papà erano sulla linea del traguardo, direi che hanno fatto bene a restare qualche giorno in più... In Belgio la dedica è per il team: come avete visto, sono stati perfetti e questo successo lo voglio condividere con loro».
Infine una promessa «Ho chiuso il cerchio vincendo al Tour dopo aver conquistatto tappe al Giro e alla Vuelta. Adesso vediamo di continuare in questa direzione e di fare ancora bene in questa Grande Boucle».
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