JUMBO VISMA. 10 e lode. Groenewegen fa una volatona nei primi chilometri, poi si lascia sfilare e gli altri trascinati da quei portenti di Wout Van Aert, Tony Martin e compagnia, filano via a oltre 57 km orari di media. Fanno il vuoto in una crono squadre. Loro fanno corsa a parte, poi c’è Ineos che lotta con una decina di team e poi c’è il resto del mondo. In giallo resta l’incredulo Mike Teunissen, ma in rampa di lancio, messo benissimo dai propri compagni, Steven Kruijswijk: in un’ipotetica classifica riservata solo ai big, Steven sarebbe in maglia gialla, con 20” di vantaggio su Bernal e Thomas. Nibali sarebbe 9°, a 36”.
INEOS. 9. Il primo a staccarsi è Wout Poels (a 3 km dal traguardo); Kwiatkowski si sfila dopo una trenata pazzesca a poche centinaia di metri dalla fine. Arrivano in sei, mulinando i pedali a tutta (montano il 58, e ruota lenticolare posteriore). Non hanno punti di riferimento, in quanto partono per primi. Sono i primi a sedersi sulla “hot seat” che spetta a chi ha il miglior tempo e gli ultimi loro malgrado a doversi alzare: sul podio a festeggiare la vittoria ci va la Jumbo Visma.
DECEUNINCK - QUICKSTEP. 9. Perdono per 82 centesimi di secondo, arrotondati a 1’’ la sfida dei terrestri, quella vinta dalla Ineos.
Team KATUSHA. 9. Fanno una prova chiaramente super. Miglior tempo sia al primo rilevamento che al secondo, mancano la vittoria per soli 6”. Poi arriva la Jumbo, come un jumbo: boom!
Team SUNWEB. 9. Sono una formazione abituata a mulinare lunghi rapporti nelle prove contro il tempo. Fanno segnare un grande tempo, che Wilko Keldermann gradisce molto.
EF. 8,5. Arrivano in sei, disputando una prova buona in chiave classifica per il loro leader Rigoberto Uran, che condede a Thomas e Bernal solo 8”. Ma guai a sottovalutare Kruijswijk.
CCC Team. 7,5. Prova di assoluto livello, come da tradizione per i team pensati e formati da quella vecchia volpe di Jim Ochowicz. I ragazzi di Fabio Baldato e Valerio Piva mettono in strada una prova maiuscola. Da applausi!
GROUPAMA – FDJ. 9. Fanno miracoli, ma miracoli veri. Viaggiano a velocità dell’Ineos, e per loro è fondamentale Stefan Küng, che non fa tutto da solo, ma quasi. Per la serie: non sarà un uomo squadra, ma oggi fa quello che la squadra gli chiede. E chi lo ferma…
BAHRAIN Merida. 6,5. Buona crono per difendersi, anche se forse qualcosa di più era lecito attendersi da un team di cotanto livello. Me li aspettavo tra le top five, restano per un pelo nella top ten. È probabile che abbiano influito le cadute di Mohoric e Caruso, ma nel complesso la loro è una prova sufficiente, non certo super.
ASTANA. 7. Se consideriamo che Jakub Fuglsang ha un ginocchio malconcio e una botta in testa suturata con quattro punti, i celesti fanno una buonissima prova. Non sono specialisti del cronometro, ma oggi si difendono con grande tenacia.
MITCHELTON Scott. 5,5. Arrivano solo in quattro, e per uno dei team più attesi e attrezzati non si può dire che sia stata una grande giornata. Matteo Trentin, preso al volo sul traguardo, dopo uno sforzo di tale portata, è lucido come pochi: «Se non siamo primi non siamo soddisfatti». Più chiaro di così.
BORA Hansgrohe. 6. Sono un gran bel gruppo, e anche oggi sono squadra: ma non super.
COFIDIS. 7. Ieri bravissimi, oggi per quanto mi riguarda superlativi. Chi pensava che la formazione di Alain Deloieuil e Roberto Damiani avrebbe dato dimostrazione di grande coesione e buon stato di salute? Squadra di passisti guastatori, capaci di tutto. Daranno tutto.
DIMENSION DATA. 6. Una buona prova senza lode e senza infamia. Mirano come tutti a salvare il salvabile, e si salvano
LOTTO SOUDAL. 6. Viaggiano sui tempi della Dimension Data. Fanno di necessità virtù. Limitano i danni.
UAE EMIRATES. 6. Arrivano tutti assieme, dopo una mezzoretta. Trenta minuti tondi tondi. La loro prova è più che confortante, in linea con quanto avevano programmato di perdere. Non fanno miracoli, ma non sono nemmeno un team “materasso”. Oggi nessuno dorme: tutti piuttosto reattivi.
MOVISTAR. 5,5. Landa si dice soddisfatto: contento lui. È vero che il Tour è lungo ed è pieno zeppo di salite, ma lasciare ai vari Thomas e Bernal già 45” non è proprio il massimo.
Trek SEGAFREDO. 5,5. Non bene, lasciano per strada quasi un minuto: non bene per un uomo come Richie Porte che punta alle zone alte della classifica. Ma il Tour è pronto a portarlo in quota.
Ag2r La MONDIALE. 4. Era tra le formazioni meno attrezzate in assoluto, e Romain Bardet sperava in qualcosa di sovrannaturale che potesse fargli perdere il meno possibile. Ci stava perdere, ma non certo così. Una botta che lo costringerà ad andare subito all’attacco. Non tanto perché i secondi persi sono tanti, ma perché da tanti li perde.
Total DIRECT ENERGIE. 5. È una squadra alla quale non dovrebbe mancare il carburante: arrivano però in riserva.
Team ARKEA. 5. Sono una formazione giovane, ancora poco attrezzata, fa quello che può.
WANTY GOBERT. 5. Arrivano ultimi, ad oltre un minuto e mezzo. Però arrivano.
Erik ZABEL. 49. Oggi l’ex velocista tedesco compie gli anni. Professionista dal 1993 al 2008 è stato medaglia d'argento mondiale su strada nel 2004 e nel 2006 e di bronzo nel 2002. Si aggiudica la maglia verde al Tour de France per sei volte consecutive, dal 1996 al 2001 ed è il miglior sprinter alla Vuelta a España nel 2002, nel 2003 e nel 2004. Vincitore di più di duecento corse in carriera, ha fatto sua per quattro volte la Milano-Sanremo e per tre volte la Parigi-Tours (in totale ha conquistato otto prove di Coppa del mondo). Nel 2002 è stato anche il numero uno del ranking mondiale dell'UCI. Il ciclismo cerca ancora il suo erede: auguri!
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