La foto dell'arrivo parla chiaro, Lucy Kennedy pensava di aver centrato la sua più importante vittoria in carriera e invece l'insaziabile Marianne Vos l'ha saltata all'ultimo metro.
«Pensavo di avercela fatta, ho commesso una grossa ingenuità, non ci posso credere. Perdere sulla linea fa male, per il proseguo della corsa mi consola il fatto che le gambe girino bene» commenta l'australiana della Mitchelton-Scott, che corre solo da due stagioni a questo livello.
«Negli ultimi 12 km all'in su c'è stata una grande lotta per le posizioni, la squadra ha fatto un ottimo lavoro a tenermi davanti. L'attacco di Lucy è stato pericoloso, a 250 mt ho deciso di muovermi e di rischiare il tutto per tutto. Mi ritrovo a festeggiare un'altra bellissima vittoria, mi spiace per lei. Sono contenta della mia condizione, è bello essere in ciclamino. Continuo a pensare che le tappe siano più adatte a me rispetto alla generale che si deciderà sulle lunghe salite. Sono contenta così, due tappe in tre giorni sono più di quello che potessi sperare» racconta dal canto suo l'olandese della CCC-Liv.
Per quanto riguarda le italiane non può essere soddisfatta invece Elisa Longo Borghini, che difende la maglia blu ma perde terreno rispetto alle rivali per quella rosa. Non trova scuse: «Semplicemente non ho avuto le gambe, spero sia stata solo una giornata no, lo scopriremo nelle prossime tappe».
foto Flaviano Ossola / Giro Rosa Iccrea
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