Vincenzo Nibali lo ripete da giorni come un mantra - «Se ho recuperato dalle fatiche del Giro non lo so, lo scopriremo assieme. Ai campionati italiani non sono andato come speravo, qui vivrò alla giornata» - e la conferenza stampa della vigilia, al quartier generale del Tour de France non fa eccezione.
«Nella prima settimana noi della Bahrain Merida ci concentreremo nel lavoro per Sonny Colbrelli, l'obiettivo è provare a fare delle belle cose con lui. Prima naturalmente cercheremio di dare il massimo nella cronosquadre. Se ci saranno ampi distacchi? Io sono convinto di sì» e accanto a lui Rohan Dennis, autorità in materia, e Dylan Teuns assentono convinti.
Poi Vincenzo riprende: «Alla Planche des Belle Filles vedremo come starò e che tipo di corsa potrò fare. Conosco bene la salita, anche se quest'anno affronteremo un chilometro in più molto duro, ma non dimentichiamo che ci saranno altre salite in precedenza, sarà davvero una tappa impegnativa. Il primo arrivo in salita è sempre importante, ancor di più su una salita così sera ma chiaramente non darà un giudizio definitvo. Alla Planche ci misureremo. Ci pesaremo, ci guarderemo negli occhi e ci ascolteremo. Ma senza dimenticare che questo è un Tour lungo e molto molto duro».
Una battuta sulla squadra: «Per far bene in gare di questa importanza, è indispensabile il lavoro di grupp, di tutto il team. È il messaggio che vogliamo dare a tutti: solo uniti si può arrivare alla realizzazione di un obiettivo».
Inevitabile una domanda per Rohan Dennis sul caso Bobridge: «Purtroppo Jack ha preso la strada sbagliata, una volta che ha chiuso la sua carriera...».
Vincenzo, avete provato la cronosquadre a Zolder: quali le tue sensazioni?
«Siamo arrivati qui un giorno prima del previsto per verificare materiali, meccanisimi, coesione. Abbiamo lavorato bene e ora vogliamo fare un'ultima verifica delle nostre scelte provando il percorso domenica. In questo la presenza di Rohan è importante perché ha una grande capacità di analizzare e gestire le prove contro il tempo».
Non ti vuoi sbilanciare, ma il percorso del Tour si adatta molto alle tue caratteristiche.
«È un percorso molto bello, ma gli avversari che trovo qui sono tutti più freschi di me perché non hanno corso il Giro d'Italia. Vedremo quali saranno le mie energie e quanto riuscirò a recuperare. In questo Tour posso permettermi di vivere alla giornata».
In passato hai già affrontato Giro e Tour ma i risultati non sono stati eccezionali.
«È vero, un anno ho tenuto botta dieci giorni e poi arrivavo finito per la stanchezza. Un'altra ho lavorato per Fabio, cercavo una vittoria di tappa che non è arrivata e adesso... vediamo. Non è impossibile correrli ad alto livello, ma è certamente molto difficile e io quest'anno ho puntato con decisione dul Giro».
Nonostante le assenze di Froome e Dumoulin, siamo alla vigilia di un Tour di altissimo livello.
«Non vorrei che passasse il messaggio di un Tour di secondo piano di fronte agli infortuni di due grandi campioni, ai quali auguro un pronto recupero. In realtà qui c'è un livello altissimo, ci sono tanti pretendenti che hanno preparato nel minimo dettaglio questa corsa e vi dico che non credo che, alla fine, cambierà nemmeno tanto il copione...».
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