Ciao a tutti popolo che pedala! Mi mancate già, ma non vi lascio soli per molto perché ho intenzione di tornare per il Giro della Valle d’Aosta 2019 nel mese di Luglio, dove oltre a noi ci saranno presenti solo 8 squadre italiane contro la partecipazione di 18 squadre straniere che disputeranno questo Giro a tappe italiano molto impegnativo.
Abbiamo disputato ieri l’ultima tappa di questa manifestazione che terminava sulla vetta del Passo Fedaia. Tappa corta, perché di soli 40 km ma tappa dura, con gli ultimi 5 km che toglievano il fiato e che hanno dimostrato il grande valore atletico di scalatori completi come sono tutti gli atleti colombiani. Complimenti alla maglia rosa, complimenti a tutti i suoi compagni, al vincitore di tappa odierno che corre con una squadra italiana e, colgo l’occasione per fare i complimenti e mandare un saluto di pronta guarigione al Ds Umbertone Di Giuseppe, che ha seguito da anni molti atleti del centro Italia. Ho saputo solo oggi che non ha potuto essere presente al Giro per motivi di salute, ma spero di vederlo presto di nuovo in mezzo a noi.
Sapevamo che la tappa era molto dura, ma Covi da giorni ci aveva fatto sognare e non è una bugia dire che speravamo molto di poter salire sul podio finale. Alessandro era partito a questo Giro con l’idea di vincere una tappa e di mettersi a disposizione del nostro scalatore Bagioli e quindi tutto quello che lui ha fatto in questo Giro ha dimostrato la sua grande professionalità e le sue grandi doti fisiche. Ha tenuto duro fino agli ultimi 3 km ed è proprio a quel punto che il podio è diventato tutto colombiano. I sudamericani hanno fatto vedere a tutti noi la loro superiorità in salita e diciamo pure che questo Giro era tutto in salita e quindi avranno sicuramente un grande futuro nel mondo professionistico.
Io non sono un tecnico di ciclismo, anche se ho un terzo livello, ma sono una donna e fondamentalmente il nostro mondo che è nella maggioranza maschile, viaggia sull’idea di base che i nostri atleti non sono abituati a gare di un certo livello. E su questo punto posso anche essere d’accordo con i maschietti, ma è indubbio che le caratteristiche da scalatore puro le hanno da anni i colombiani e quindi è logico che siano stati loro a dominare questo Giro. Non avevo nessun dubbio, visto il percorso. Noi Italiani, comunque, non siamo andati male, perché siamo sempre stati presenti nelle prime dieci posizioni ed abbiamo vinto la gara più dura con le strade bianche, che non è cosa da poco. Abbiamo giovani atleti che stanno crescendo in modo egregio e grandi personalità come Covi, Sobrero, Colleoni, Conca, Monaco, Zana e molti altri che hanno lottato fino alla fine.
Ricordiamoci anche che abbiamo perso subito Bagioli, che Battistella è stato male dal primo giorno, che Botta è caduto alle strade bianche ed ha messo 5 punti, insomma la sfiga ci ha messo del suo, ma questo è lo sport e come ho scritto in un diario di qualche giorno fa, il ciclismo ti dà e ti toglie, come la vita .
Vi saluto e vi ricordo di andare sui social ad ascoltare la canzone che il nostro staff ha composto per Covi, perché è veramente simpatica e divertente e questo è stato anche il modo per sdrammatizzare la grande emozione che tutti avevamo nell’avere la seconda posizione del podio.
Non ci siamo più sul podio, ma la canzone per Covi rimane, come rimane la grande stima che abbiamo per lui e per tutti gli atleti che danno il massimo per onorare la propria maglia.
Ieri una persona, vedendo il podio tutto colombiano e pensando evidentemente che fossi una persona che ne capiva di ciclismo mi ha chiesto: “Ma perché sono tutti colombiani?” Ho risposto, essendo una donna di una certa età: “Perché sono i più forti in salita e perché sono molto nazionalisti, come il resto del mondo”.
Ciao a tutti popolo che pedala: 350 km ci porteranno a casa e poi via verso la settimana dei Campionati Italiani Under23 crono e strada ed Elite.